Mare tra erosione e inquinamento, il Tirreno cosentino è chiamato a rispondere alle attese della popolazione. Lo scorso anno si era iniziati malissimo con il commissariamento degli impianti di San Lucido, Fuscaldo, San Nicola Arcella, Belvedere Marittimo, Guardia Piemontese, Sangineto e Belmonte Calabro da parte della regione Calabria. Impianti per i quali era stato accertato il mal funzionamento di sezioni deputate alla depurazione delle acque reflue con la conseguente compromissione del processo di trattamento e con conseguente pericolo per la salute umana e per l’ambiente. Ma a distanza di un anno cosa è stato fatto per migliorare la situazione? Certo qualche comune si è portato avanti in questi dodici mesi, altri però non è dato a sapere come siano intervenuti a riguardo della depurazione. Una depurazione che sia chiaro rappresenta un costo contenuto nella bolletta di tutti gli utenti ed è un preciso dovere dei comuni, percettori del canone, informare i cittadini della qualità del servizio reso, dei costi di gestione e ogni altra notizia inerente alla gestione della depurazione. Dati che del resto sono stati a suo tempo richiesti, così come le analisi, e ogni altro elemento riferito alla balneabilità delle acque dall’associazione Mare Pulito. Oggi però ben pochi Comuni sul Tirreno cosentino hanno provveduto a rendere noti lo stato di avanzamento degli interventi previsti sugli impianti. Di fondi i vari enti ne hanno ricevuti parecchi e anche in più trance.
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