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Cassano, cantieri sulla “106” messi a ferro e fuoco dalle cosche: appelli di vescovo e sindaco

Nella Sibaritide le cosche scatenate contro le imprese impegnate nei lavori. Colpito per la seconda volta, in pochi mesi, lo stesso cantiere

Buona la seconda. Avranno pensato questo i malviventi che, nella notte tra mercoledì e giovedì, sono riusciti a dare fuoco alla Crane M30, la gru idraulica cingolata che si trovava nel cantiere di contrada Fornara a Sibari e utilizzata per la costruzione del terzo megalotto Sibari-Roseto della Statale 106 jonica. Il mezzo, di proprietà di una impresa napoletana ma che era stato preso a noleggio direttamente dalla Sirjio Srl, contraente generale per la costruzione della strada, completamente distrutto dalle fiamme appiccate, era stato già oggetto delle particolari attenzioni della ’ndrangheta.
Dai riscontri di queste ore, infatti, l’altro atto intimidatorio che s’era registrato a marzo e che originariamente si pensava fosse avvenuto a Doria, in realtà è emerso che era stato perpetrato ai danni della stessa autogru nella stessa zona ma solo pochi metri più avanti. In quel caso, però, i piani degli attentatori erano andati male perché l’intervento pressoché immediato degli operatori della società di vigilanza privata che gestisce la sicurezza del cantiere, aveva evitato conseguenze più gravi. In quell’occasione nelle vicinanze dell’autogru vennero ritrovate tre piccole taniche con tracce di benzina ma a bruciare fu solo uno pneumatico. Stavolta i malfattori hanno centrato il loro macabro obiettivo distruggendo il mezzo. A luglio dello scorso anno l’azienda Laino di Trebisacce aveva subito un ulteriore tentativo di danneggiamento mentre nella notte del 18 maggio sempre del 2022 le erano stati incendiati cinque mezzi, con un danno di trecentomila euro.

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