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L’ex consigliere regionale Aieta può restare a Cetraro

La Cassazione ha confermato l’annullamento della misura cautelare del divieto di dimora

Giuseppe AIeta

Nessun divieto di dimora per l’ex consigliere regionale Giuseppe Aieta. Lo ha confermato la Sesta Sezione penale della Corte di Cassazione che, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Vincenzo Adamo, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Paola nei confronti dell’ex consigliere Aieta. Il politico cosentino è accusato di corruzione elettorale e falso. Secondo l’accusa Aieta avrebbe promesso assunzioni e commesso atti contrari ai doveri d’ufficio in cambio dei voti per le Regionali del 2020. I giudici del Tribunale della Libertà di Catanzaro, lo scorso gennaio, avevano già annullato l’ordinanza del gip del Tribunale di Paola motivando l’annullamento – come è scritto nel provvedimento – perché ha riscontrato una «motivazione meramente apparente e non espressiva di un autentico confronto tra fattispecie astratta e fattispecie concreta volto a vivificare i fatti descritti nei capi di imputazione formulati a carico di Aieta». Lo scorso gennaio la Procura di Paola ha chiuso le indagini per Aieta e per gli altri indagati nella stessa inchiesta: Dante Ferrari, amministratore delegato della Sateca, la società affidataria della gestione delle Terme Luigiane; Giuseppe Tucci azionista della stessa società e Mario Schiavoni dipendente della Sateca. Indagati anche i sindaci di Acri Pino Capalbo e di Longobucco, Giovanni Pirillo; gli imprenditori di Roggiano Gravina Emilio Morelli e di Corigliano Giuseppe Chiaradia. Ma su di loro, il gip ha riconosciuto l’incompetenza territoriale.

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