Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La droga sudamericana in Calabria: i rapporti privilegiati di Cardamone con i colombiani

Nel traffico delle sostanze stupefacenti aveva un ruolo centrale nelle trattative coi colombiani. Il broker coriglianese è volato spesso in Sudamerica per acquistare partite di “coca”

«O finiamo nelle mani dell’antidroga oppure facciamo i miliardi». Una frase intercettata dall’Europol dopo essere riusciti ad entrare nei criptofonini dell’organizzazione transnazionale sgominata lunedì dalle Polizie europee coordinate da Eurojust, l’unità di cooperazione giudiziaria dell'Unione Europea, rende bene la caratura criminale e il livello dei contatti raggiunti dalla supercosca Zingari-Forastefano operante nella Sibaritide. A scrivere è il broker greco Nikolaos Liarakos che conversa con Claudio Cardamone, coriglianese che, negli anni ha fatto molta strada fino ad arrivare ad avere contatti diretti con i narcos colombiani.

L’obiettivo è uno solo: l'instancabile ricerca di alternative per definire l'importazione di cocaina dal Sudamerica e fare soldi, una montagna di soldi. Nella conversazione captata dagli inquirenti e datata 14 settembre 2020 Liarakos prospetta a Cardamone la possibilità di instaurare dei contatti tra esponenti del Cartello di Sinaloa, il più potente del mondo nell’esportazione di cocaina data la presenza di un suo sodale albanese di stanza in Messico, con quelli conosciuti, invece, da Cardamone e presenti in Colombia per il tramite di un loro amico comune dimorante a Bucamaranga ed indicato nelle criptochat spiate dagli inquirenti come “HB”. Per gli inquirenti, Cardamone, fungendo da raccordo tra Liarakos e alcuni contatti sudamericani, allo stato non identificati, si sarebbe adoperato fattivamente per consentire il perfezionamento del trasporto che sarebbe dovuto avvenire via mare, all'interno di containers, con destinazione finale Anversa o Rotterdam e con la complicità di personale operante presso compagnie di spedizione e autorità portuali. Da lì, passando per la Germania, dove i Forastefano-Abruzzese avevano la loro base operativa a Francoforte sul Meno nella pizzeria “Da Dino”, lo stupefacente avrebbe preso la via della Sibaritide per inondare le piazze dell’intera Calabria.

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

Caricamento commenti

Commenta la notizia