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Cosenza, ospedali in affanno e i medici scappano

Negli ultimi 10 anni, secondo l’Ordine provinciale, i servizi assistenziali del Cosentino hanno perso il 40% dei “camici bianchi” in servizio

Non è semplice addentrarsi nelle cavità del sistema sanitario pubblico che, in Calabria, non è solo assistenza e cure ma si unge di storici problemi strutturali e sociali. I report continuano a disegnare una curva della sofferenza che si è aggravata con un commissariamento che avrebbe dovuto riportare la spessa a livelli di sostenibilità e che, invece, ha fatto sprofondare ogni speranza di ripresa. La fenditura nella trincea degli ospedali sopravvissuti alle sforbiciate è diventata sempre più netta con difficoltà crescenti nella gestione di una resistenza del personale sanitario sempre meno efficace in mezzo a scenari che sono diventati arzigogolati e incerti. La garanzia di risposte certe da dare ai cittadini è, soprattutto, questione di organizzazione, di strategia, di uomini. Le ferie in arrivo (sacrosanto diritto dei lavoratori) rischiano di ridurre al nulla o quasi le piante organiche essiccate da tredici anni di inutili tagli. Chi è rimasto a combattere in corsie si ritrova spesso senza più fiato, senza neanche avere il tempo di prendere appunti e confrontarsi con i colleghi su diagnosi e terapie da applicare ai vari pazienti. Scenari che sono la conseguenza del blocco del turnover in una terra sottoposta a piano di rientro e con l’obbligo di allinearsi alle misure di contenimento delle assunzioni con un vincolo di spesa esageratamente afflittivo. Le scelte politiche dei vari governi nazionali hanno determinato un corposo definanziamento della Sanità pubblica italiana con un taglio di 37 miliardi di euro. Un politica al risparmio che è stata declinata, inevitabilmente, anche in Calabria, dove, in tredici anni, il Servizio sanitario regionale è stato costretto a ridurre la presenza di personale a tempo indeterminato nelle corsie dei suoi ospedali. Secondo i dati Agenas, tra il 2020 e il 2021 il personale medico e odontoiatrico in servizio nelle strutture pubbliche calabresi è sceso di 48 unità. Un saldo algebrico aggregato di entrate ed uscite nel periodo osservato con 3.575 specialisti nel 2020 scesi a 3.527 l’anno successivo. Complessivamente, secondo la Regione, nelle strutture assistenziali di questa nostra terra, mancano in tutto 2.163 medici. Secondo il presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, il personale in servizio negli ospedali della provincia, negli ultimi dieci anni, si è ridotto del 40%.

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