Toni duri e rigorosi per scaraventare giù dalla torre quel progetto rilancio della sanità in Calabria, fulcro di un modello innovativo, ideato dal governatore-commissario, Roberto Occhiuto. Il presidente del Consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca, imbraccia il vessillo del Pd regionale per provare a demolire quel percorso di purificazione del sistema-salute che passa attraverso la nascita di Azienda zero. Un sentiero grigio e incupito, secondo Mazzuca, come la realtà che si rappresenta su questo palcoscenico calabrese dove la sanità è stata sempre una pietra d’inciampo per la politica, all’interno di una liturgia complicata di difficile interpretazione, anche quando a governare c’era chi oggi si trova all’opposizione. Mazzuca, sciogliendo le tradizionali prudenze, denuncia con certezza il fallimento della ristrutturazione del sistema: «L’Azienda zero è l’ennesima bizzarria propagandistica del governatore. È un gigante dai piedi di argilla. A certificarlo è stato il Tavolo Adduce, il quale, nell’ultimo verbale, ne decreta, senza mezzi termini, una severa bocciatura. E a nulla vale la stizzita reazione del commissario Giuseppe Profiti, perché non scalfisce, minimamente, né la portata né la sostanza delle pertinenti censure sollevate dal Tavolo. E si tratta di censure, nient’affatto, inedite. È la seconda volta che, vengono, perentoriamente, ribadite. E, allora, è inutile tergiversare: la legge di Azienda zero va riscritta, va, completamente, riscritta daccapo. Basta con le insulse modifiche: in 15 mesi è stata modificata già 6 volte. Le modifiche non servono, sono aria fritta. La legge istitutiva va riscritta di sana pianta, perché l’attuale stesura mostra gravi e insanabili profili di illegittimità costituzionale, soprattutto con riferimento al perimetro delle competenze tra il Dipartimento regionale e l’Azienda. Infatti, l’Azienda zero, per come oggi è definita, si sovrappone, esautorandoli, al ruolo e alla funzione del Dipartimento regionale. Il che determina un fragoroso corto circuito incendiario. Perché, sulla specifica questione, l’intimazione dei Ministeri vigilanti è perentoria: in assenza della preventiva chiarificazione normativa, l’Azienda Zero non può emanare nessun provvedimento attuativo. Prima la modifica normativa e poi tutto il resto».
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