«Si è perso solo tempo. Sulla pelle dei coltivatori diretti tolti dalla sera alla mattina dallo storico sito sotto il ponte Mancini perché c’erano pericoli per la possibile caduta di calcinacci. Pericoli che a quanto pare non sono stati eliminati. Nel frattempo i contadini sono stati portati a Vaglio Lise da dove purtroppo hanno deciso di andare via dopo che il Comune non ha fatto nulla per migliorare la location e aiutarli». È in sintesi l’amaro commento dei sindacalisti dell’Usb che hanno seguito la vicenda dei coltivatori diretti che nei giorni scorsi hanno deciso di lasciare l’ex terminal bus dello scalo Fs di Vaglio Lise per raggiungere postazioni sparse nell’area di piazza Amendola. E tornare dunque a “casa”. Un’altra vicenda che testimonia la politica fallimentare delle Amministrazioni che si sono succedute alla guida di Palazzo dei Bruzi sul fronte delle attività mercatali: chiusi, mai più riaperti e abbandonato al loro destino i box nel recinto di Città Duemila-San Vito, trascurato (al di là dei murales che da alcuni giorni abbelliscono i vecchi pilastri della Sopraelevata) il mercato di via Padre Giglio dopo un progetto avviato dall’assessorato guidato all’epoca da Loredana Pastore; dulcis in fundo, la chiusura dell’area di via Asmara, sotto il ponte Mancini.
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