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Muore all'ospedale di Paola, il figlio si rivolge alla magistratura

Si indaga sul caso di una donna spirata nel nosocomio. «Troppa confusione nel reparto di Medicina»

L'ospedale di Paola

«Nonostante il dolore, voglio denunciare pubblicamente quanto abbiano vissuto nel reparto di Medicina dell’ospedale di Paola durante il ricovero di mia madre, durato circa tre settimane e conclusosi lunedì scorso con la sua improvvisa e inaspettata morte. Lo faccio, affinché nessun altro possa provare quello che abbiamo vissuto noi, aprendo gli occhi su ciò che accade veramente al suo interno, tra muffe, suppellettili rotte sporcizia e le sofferenze dei pazienti». A parlare è il figlio della signora settantaquattrenne deceduta nei giorni scorsi, noto e stimato ingegnere del comprensorio tirrenico, in riferimento al presunto caso di malasanità di cui la stessa donna sarebbe stata vittima. Un caso caratterizzato da circostanze tutte da chiarire e ora anche oggetto di denuncia presentata presso la Procura della Repubblica di Paola.
Prima del ricovero, la signora, che soffriva di problemi cardiaci, era stata ricoverata nella clinica “Tirrenia Hospital” di Belvedere Marittimo, per una broncopolmonite, «struttura - ha sottolineato il figlio - dove abbiamo riscontrato professionalità e competenza e umanità. Ma poi i suoi problemi hanno richiesto il ricovero presso l’ospedale di Paola. Qui all’inizio sembrava che le cure proseguissero nel giusto modo. A un certo punto, però, mi sono accorto che i vari medici che si alternavano nei turni non colloquiavano affatto tra di loro, poiché ad ogni visita - quando riuscivamo a parlarci - il medico di turno non era informato sull’evoluzione della malattia. Tanto che alcuni ci hanno detto che sarebbe stata dimessa da lì a due giorni o anche meno. Ma, intanto, mia madre non camminava già più e non riusciva a girarsi nel letto».

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