Non si placa, anzi aumenta di ora in ora la preoccupazione per gli effetti dello sversamento del percolato dovuto, pare, alla rottura di un tubo della discarica di Scala Coeli in località Pipino.
Sono scattati i primi divieti di balneazione e pesca, mentre si attendono gli ulteriori esiti degli esami sui campioni di acqua condotti sul litorale in cui sfocia il Nicà, il torrente che sfocia in mare e in cui è finito il percolato.
Negli ultimi giorni si sono anche susseguite azioni da parte di movimenti e di alcuni comuni, ma si chiede un intervento serio e celere da parte della regione e della società che gestisce l’impianto. Nella giornata di domenica, intanto, si è tenuto un sit-in dianzi alla discarica a cui hanno preso parte anche i sindaci di Calopezzati, Campana e Crucoli, nonché le sigle di Legambiente, le Lampare, i Verdi, il Wwf.
Si denuncia il fatto che si è di fronte ad un disastro annunciato e si chiede di verificare la regolarità delle concessioni. Intanto il comune di Calopezzati ha emesso una ordinanza di divieto di balneazione e di pesca, mentre il movimento le Lampare chiede la convocazione d’urgenza di un Consiglio comunale straordinario congiunto con le altre comunità del territorio (Terravecchia, Crucoli, Scala Coeli, Campana, Pietrapaola, Calopezzati, Umbriatico), aperto alle realtà associative e ai cittadini del territorio con unico punto all'Ordine del giorno: l’emergenza della discarica di Pipino. «Reputiamo come prima necessità di chiedere la bonifica dei luoghi colpiti, il ripristino dello stato dei luoghi a carico della proprietà della discarica; la chiusura definitiva della discarica ad oggi sequestrata e bonifica dei luoghi. Non è il momento dei processi sommari ma della responsabilità». Lo scrive dalla sua pagina social il consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano.
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