Il miracolo della vita. La storia del piccolo Emmanuele è a lieto fine. Il piccolo è nato prematuro a 31 settimane con la sindrome di Vacterl: senza l’esofago e il retto: una condizione incompatibile con la vita. Ma il piccolo guerriero ha superato con successo due interventi chirurgici salvavita. Nato con un peso di 1,6 kg, l’equipe multidisciplinare di Chirurgia Pediatrica e Terapia Intensiva Neonatale del San Camillo a Roma ha lavorato instancabilmente per la sua sopravvivenza, ricostruendo prima il suo esofago e dopo un mese anche il retto. Tutto è iniziato quando mamma Marialuisa, incinta di 7 mesi, e papà Antonello, da Paola, dove risiedono, sono giunti a Roma per una amniocentesi in un nosocomio della Capitale. Ma poi dopo qualche giorno avviene la rottura del sacco. La coppia si reca al Pronto Soccorso ostetrico del San Camillo. In ospedale si comprende subito la gravità della situazione, e il giorno dopo il piccolo viene operato dal direttore della Chirurgia pediatrica, il professor Vito Briganti, con il supporto di una equipe multidisciplinare composta da chirurghi pediatrici, anestesisti, neonatologi della Tin, strumentisti e infermieri di sala.
«Oggi – raccontano dal San Camillo Forlanini –, Emmanuele è un bellissimo bebè, pasciuto e in gran forma, ed è tornato a casa in Calabria con i suoi genitori, circondato dall’amore incondizionato di tutta la sua famiglia e soprattutto della sorellina maggiore». Per la mamma Marialuisa e il papà Antonello, il San Camillo, in questi mesi è stato come una seconda casa. Con soddisfazione dall’ospedale sottolineano come «in Terapia Intensiva Neonatale si nasce due volte: il giorno della nascita e il giorno in cui si viene dimessi».
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