«I malati oncologici hanno diritto ad una Unità operativa complessa». È quanto emerge da un nuovo “tam – tam” social generato dal dimensionamento che colpì, qualche anno fa, quella che era una “Unità operativa complessa” capace di dare risposte agli utenti e a dimezzare i percorsi necessari all’espletamento della chemioterapia. Lo spazio ci sarebbe pure. Perché allo “spoke” ci sono reparti, piani interi, ale abbandonate che non sono utilizzate per dare soluzione ai malati oncologici o, magari, ad aumentare la capacità di accogliere le persone fragili del territorio.
Si tratta di uomini e donne in carne e ossa che, da decenni, chiedono di continuare il sogno dell’ex primario dell'Oncologia di Castrovillari, vale a dire Gianni Cicero, ossia il ritorno ad una vera e propria Unità operativa che possa accogliere degnamente coloro i quali, insieme i loro famigliari, sono attualmente confinati in locali che non rispettano il dolore e la cattiveria delle malattie oncologiche.
Quelle che, in pochi mesi, strappano il cuore ad interi nuclei familiari o che spesso, forse anche troppo, costringono a spostamenti della speranza che sono inaccettabili per persone che non hanno neppure la forza di camminare. Lo scorso hanno fu l’associazione “La Mongolfiera” e il suo presidente, ossia Gina Santagata, a mettere in risalto le necessità di una Unità semplice a cui bisogna avere il coraggio di rimettere qualche mattoncino. Il passaggio è divenuto necessario per affrontare anche l’altro grave problema: l’assenza di personale medico e infermieristico, ma anche la necessità di poter contare su spazi che sono capaci di accogliere i degenti. Gli anni e i mesi passano.
Però tutto il sistema continua ad essere difficile «Per i pazienti deboli» ai quali bisogna assicurare strutture consone. L’obiettivo è proprio quello di arrivare all’apertura di un «reparto di Oncologia a Castrovillari». Non serve soltanto un ambulatorio per chemio, ma un reparto completo dove tutto il team deve poter dare sollievo e cure ai malati oncologici. Se tutti insieme facciamo coro e rumore un “risultato” possiamo ottenerlo. Muoviamoci in flotta perché siamo tutti a rischio, per cui ne abbiamo bisogno...».
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