La morte di Claudia Iacono, 39 anni, non è stata ancora vendicata. La donna, nuora del potente boss Moreno Gallo, originario di Rovito, è stata assassinata nel maggio scorso in un parcheggio di Montreal. Il suocero, partito dall’area presilana che s’affaccia sul capoluogo bruzio quando aveva 12 anni, era stato per lungo tempo uno dei “pezzi da novanta” della “Sesta famiglia” canadese guidata da Vic Rizzuto. L’aver deciso di tradire il padrino in combutta con Reinold Desjardin, a sua volta “capodecina” di Rizzuto, ha finito per costare la vita a “don Moreno”, trucidato a colpi di pistola al tavolo di un ristorante italiano di Acapulco il 10 novembre del 2013. Claudia Iacono ne aveva sposato il figlio, Antonio, dal quale aveva avuto due bambini. E Antonio, primogenito di Gallo che porta il nome del nonno emigrato nella terra dei grandi laghi nel secolo scorso, pure dopo la morte del padre era rimasto a Montreal continuando a occuparsi dei propri affari. Ma perché uccidergli la moglie? «È singolare» spiega lo scrittore italo-canadese Antonio Nicaso «perché avrebbero potuto colpire direttamente lui se si fosse trattato di saldare vecchi conti oppure di compiere una vendetta per questioni più recenti». Moreno Gallo, boss della vecchia guardia, forse il grilletto contro una donna non l’avrebbe mai fatto premere. La nuora, invece, è stata freddata da un killer a “contratto”, reclutato nell’Ontario, Joel Richard Clarke, 28 anni, individuato dagli investigatori di Oltreoceano grazie ai filmati girati dalle telecamere di videosorveglianza installate nell’isolato teatro dell’agguato. Per conto di chi ha sparato il sicario? «Difficile dirlo» scandisce Nicaso «perché in questi ambienti può accadere di tutto. Certo, la cautela mostrata dalla polizia locale nell’inquadrare la vicenda nella guerra di mafia che insanguina da tempo il Canada, deve far riflettere».
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