L'ultimo tassello è stato inserito l'altro giorno con l'approvazione da parte del Comune di Crotone del Documento d'indirizzo alla programmazione (Dip) per la riqualificazione dell'area archeologica di Capo Colonna. Un intervento che comprende anche la demolizione di due manufatti abusivi, rimasti in piedi, appartenenti alle sorelle del boss di Cutro, Nicolino Grande Aracri.
I lavori che sono ben più ampi – della portata complessiva di 5 milioni e 893 mila euro – saranno realizzati con le risorse garantite dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). In questo modo l’ente ha chiuso il cerchio sulle attività preliminari per portare a termine le opere che sono di sua competenza e verranno finanziate con i fondi messi a disposizione dall'Unione europea.
«Stiamo gestendo 24 interventi – ha spiegato Luca Bossi, assessore comunale con delega al Pnrr – che adesso sono giunti alla fase esecutiva, con sei che sono alla fase d’aggiudicazione, e che comporteranno un investimento di circa 30 milioni di euro». E ancora: «Per quanto riguarda Capo Colonna – ha proseguito l’esponente della giunta guidata dal sindaco, Vincenzo Voce – a breve firmeremo un accordo di programma col ministero della Cultura per intervenire sulle aree interessate dal progetto. Dopodiché, prevediamo di ultimare i cantieri entro il 2025». Nel Documento d’indirizzo alla programmazione varato dall’amministrazione cittadina, figurano anche gli abbattimenti delle due case dei Grande Aracri dopo il via libera del Consiglio di Stato arrivato lo scorso 28 aprile che ha bocciato il ricorso delle proprietarie contro l’ordine di demolizione del Municipio. Nel 2020, come si ricorderà, vennero buttate giù i primi tre immobili in quanto costruiti in una zona dove vige il divieto assoluto di edificazione.
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