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Omicidio Lanzino, 35 anni dopo. Mamma Matilde: “Roberta uccisa due volte: dagli assassini. E dalla Giustizia”

Non si dà pace. Da ormai sette lustri la vita di Matilde Spadafora Lanzino è sempre la stessa: votata alla ricerca della verità. O meglio, della verità acclarata: di quelle che possano far riposare in pace anche chi non c'è più, come il suo amato Franco che forse, chissà, oggi che giace al fianco della figlia, lontano dall'esistenza terrena, ha potuto conoscerla quella tanto anelata verità. Matilde, però, in cuor suo sa chi ha messo fine in maniera brutale alla vita di sua figlia. Dopo anni e anni di processi, letture puntigliose di documentazioni, confronti con avvocati di parte (e non) la mamma di Roberta un'idea se l'è fatta.

La vita oltre la verità

Ma la signora Spadafora non si è limitata a capire cosa sia accaduto quel maledetto luglio del 1988, ma ha fatto molto di più, finché è stato possibile, insieme al coniuge: ha dato vita a una Fondazione e a un Centro antiviolenza che portano entrambi i nomi di Roberta Lanzino. Da una parte la voglia di tenere il ricordo, dall'altro la necessità di essere un punto di riferimento per la società: in primis, le donne che vengono vessate, che subiscono abusi e violenze, che da sole non ce la fanno; dall'altro gli studenti - i futuri uomini e le future donne della società. Perché c'è una cosa che Matilde Spadafora Lanzino sta cercando di fare da oltre 30 anni: cambiare la cultura, educare al rispetto delle persone, far capire che laddove fosse impossibile farcela da sole, bisogna necessariamente chiedere aiuto. Altrimenti sì che Roberta sarebbe morsa completamente invano.

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