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Cosenza, processi aggiustati: i verbali di Porcaro inviati a Salerno

Uno scambio di carte. E di verbali. Il lavoro delle procure di Salerno e Catanzaro - come si evince dagli atti depositati nell’indagine “Reset” - s’incrocia spesso in relazione alle vicende riguardanti il giudice Marco Petrini. I casi giudiziari afferenti togati in servizio nel distretto giudiziario catanzarese sono infatti di competenza della magistratura inquirente campana.
Nei mesi scorsi, per un presunto atto corruttivo compiuto per “aggiustare” il processo di appello nel quale era imputato di concorso in omicidio il boss di Rende, Francesco Patitucci, sono stati condannati in primo grado dal Gup di Salerno, a 2 anni e 8 mesi di carcere, sia l’avv. Marcello Manna (difensore dell’ imputato con l’avvocato Luigi Gullo) che il giudice Petrini. Quest’ultimo presiedeva la Corte di assise di appello che giudicò il capobastone imputato di concorso nella uccisione di Luca Bruni, “reggente” dell’omonimo clan bruzio. Manna si è sempre protestato innocente, Petrini è invece reo confesso. La posizione dell’avvocato Gullo è stata nel frattempo archiviata, per mancanza di riscontri, nonostante gli espliciti riferimenti fatti al penalista cosentino dal magistrato “corrotto”. Petrini, sia davanti ai Pm campani che in sede di incidente probatorio, aveva ammesso di aver ricevuto soldi da Gullo indicando entità della somma e luogo di presunta consegna.
La scena giudiziaria cosentina, nelle ultime settimane, ha registrato un colpo di scena: l’inizio della collaborazione con la giustizia del boss (o aspirante tale) delle ‘ndrine “confederate” Roberto Porcaro. E quest’ultimo, per lungo tempo braccio destro e uomo di assoluta fiducia di Patitucci, ha riferito che le cosche avrebbero stanziato una somma per comprare il giudice di Catanzaro, Marco Petrini. Ecco cosa ha raccontato ai magistrati inquirenti di Catanzaro il pentito: «Io stesso ho consegnato la somma di 30.000 euro a casa di Rosanna Garofalo (moglie di Patitucci n.d.r.) nelle mani dell’avvocato Luigi Gullo. Successivamente sono stato nello studio dell’avvocato Marcello Manna, il quale mi ha portato in una stanza a parte e allorché io stavo per accennare alla vicenda della consegna del denaro all’avv. Gullo, lo stesso Manna mi ha detto che sapeva già tutto, invitandomi a parlare di altro e dicendo la frase: “che con il dottore Petrini ci abbiamo fatto fortuna”. Già in precedenza l’avvocato Gullo mi aveva detto che l’avv. Manna era al corrente di tutto».

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