La grande montagna sprigiona odori che si fiutano in lontananza. Profumi che si mescolano nell’aria di quest’estate così calda e trasformano questo luogo in una terra promessa per cosentini e turisti in cerca di purificazione e di frescura.
Qui in Sila ci sono lecci, faggi, castagni, ci sono i grandi alberi di pino cresciuti tutti sulla schiena di queste vette. Natura estrema che insinua colori e luci tra cammini che sembrano interminabili perché si arrampicano fino ai confini del cielo. Un’opera mistica e romantica in altura, meta di migliaia di pellegrini dell’ambiente.
Ma in questo paradiso scolpito da Dio qualcosa di strano sta accadendo. Qualcosa di pericoloso sta fermentando tra i rami dei Giganti, gli alberi secolari, patriarchi dell’Altopiano. Alcuni dei cinquantotto esemplari di pino lacero e acero montano, alti quanto palazzi, sono minacciati dalla processionaria. È stato il nostro Franco Arena, fotografo sempre attento ai particolari, a notare con il suo infallibile obiettivo, le increspature di quei bozzoli setosi spuntate sulle chiome dei monumenti vegetali. Dalla diagnosi dei tecnici è arrivata la conferma: si tratta di nidi di lepidotteri con larve che diventano molto pericolose per la sopravvivenza degli alberi perché, nutrendosi di aghi e foglie, portano all’indebolimento della pianta provocandone l’estinzione. Dunque, bisogna intervenire per sterilizzare l’attacco alla natura incontaminata.
La selva è, dal 2016, affidata in concessione al “Fai” (Fondo ambiente italiano) dal Parco nazionale della Sila. Si tratta di un bosco fertile ultracentenario con alberi che raggiungono altezze fino a 45 metri e diametri del tronco che superano i due metri.
I Giganti sono testimoni della storia e dell’identità di questa terra. Il loro valore biologico è incalcolabile e i loro profili di rilievo sia sotto l’aspetto paesaggistico sia sotto quello naturalistico. Il messaggio genetico che tramandano è quello di una biodiversità straordinariamente unica che era nelle caratteristiche dell’antica Selva Bruzia.
Con la loro imponenza hanno resistito alle intemperie, ai terremoti, agli eventi climatici estremi, al fuoco che li ha più volte sfiorati in questi secoli. Sono lì dal Seicento. Furono piantati dai Baroni Mollo, nel Seicento, che sono i proprietari del vicino Casino di caccia.
Per secoli, i pastori silani hanno estratto dai tronchi di questi rari esemplari una resina infiammabile che portava il pane nelle loro case. I tagli degli alberi, però, furono vietati dai Borbone con editti che servirono a salvaguardare gli esemplari, impedendo che da quei boschi così vigorosi si ricavasse legna ai fini umani.
Durante il ventennio fascista, quei terreni furono espropriati e passarono sotto il controllo dell’Azienda di Stato per le Foreste demaniali che, insieme ai Mollo, avviò la Riserva naturale guidata biogenetica. Un tesoro che oggi viene custodito dagli esperti del Fai che dovranno promuovere una campagna di trattamenti non invasivi per eliminare la minaccia della processionaria e garantire lunga vita ai patriarchi della grande montagna che si erge sulla zolla principale dell’Appennino calabrese.
Continuano in Sila le “Sere Fai d’estate”. Al calar del sole e in notturna appuntamento nell’affascinante cornice dei “Giganti della Sila”, bosco monumentale affidato in concessione al Fai dal Parco nazionale della Sila nel 2016 dove si conservano alberi secolari, dal tronco largo 2 metri e dall’età straordinaria di 350 anni. Una selva di pini larici e aceri montani piantata nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino, donato dalla stessa famiglia al Fai. Oggi la pineta è una riserva naturale biogenetica, dove l’intervento umano ha il solo scopo di lasciare che la natura faccia il suo corso.
Come sempre molto attese e apprezzate le osservazioni notturne del cielo estivo della rassegna “Astronomi per una notte”. Domani, alle ore 21, verrà proposta un’emozionante esperienza guidata dall’esperto astrofilo Francesco Veltri, che illustrerà le meraviglie del cielo attraverso un’osservazione astronomica a occhio nudo: un appassionante viaggio alla scoperta di stelle, costellazioni e miti sotto il cielo dei “Giganti della Sila”, che faranno da sfondo a una passeggiata in notturna dal grande fascino.
Sabato 2 settembre le “Sere Fai d’estate” si chiuderanno con la rassegna musicale "Ti racconto un suono”, promossa dall’Associazione Eclettica, che prevede un appuntamento dedicato alla musica nella natura, a impatto zero: protagonisti saranno un pianoforte e i direttori artistici della rassegna - Lorenzo Maria Aronne e Mattia Salemme - che si esibiranno all'ombra degli alberi plurisecolari della Riserva. Durante il concerto, che prenderà il via alle ore 16, verranno proposti brani di alcuni tra i più importanti compositori della storia della musica, quali Bach, Chopin, Beethoven, Schubert, Gershwin, Debussy, Verdi, alternati al racconto di aneddoti e curiosità sugli stessi. Il pubblico potrà assistere gratuitamente allo spettacolo dopo avere effettuato la visita guidata tra gli alberi secolari, bene del Fai. Le visite verranno proposte dalle ore 10 alle 15, una all’ora.
Foto Franco Arena
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