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Castrovillari, sulla centrale del Mercure permangono le polemiche

La Regione non ha adottato ulteriori deroghe

La centrale del Mercure e l'equivoco della riperimetrazione del Parco nazionale del Pollino. È una chiave di lettura particolare quella offerta dall'ex consigliere provinciale ed ex sindaco di Mormanno, Gianluca Grisolia. Sullo sfondo c'è la scelta della Regione Calabria di non voler adottare ulteriori deroghe per un impianto che insiste nell'area protetta più grande d'Europa.
Per Grisolia sulla «decisione (tecnicamente inappuntabile) del Presidente Occhiuto di approvare un Piano del Parco in maniera lineare e senza insabbiare più nulla – scrive l'ex esponete di Forza Italia – si sta facendo sul territorio una certa confusione. La storia politica e personale mi consente invece di fare chiarezza. Da Sindaco prima e da Consigliere provinciale poi mi sono sempre speso e battuto per uno sviluppo più sostenibile e multiforme di un territorio del Pollino che, nel 1993, cadde in un grosso equivoco: recintare ben 300mila ettari di territorio (peraltro già molto antropizzato) e farli diventare tutti Parco da proteggere». Già all'epoca fu fatta una battaglia per far «capire il grave errore e cercare di riperimetrare confini abnormi, spiegando, finanche al Ministero, che era inutile inglobare nel Parco zone in cui ad esempio sorgeva una vecchia centrale da riconvertire». Furono proprio i sindaci dell'epoca ad approvare «una perimetrazione abnorme che inglobava l’area della centrale. Purtroppo la battaglia maestra di ridefinire i confini del Parco fu persa.
Il caso della centrale del Mercure è scoppiato qualche settimana fa: il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, scelse di approvare il Piano del Parco Nazionale del Pollino senza ammettere deroghe per la Centrale a Biomasse vegetali del Mercure. La decisione ha fatto emergere la soddisfazione delle associazioni ambientaliste, mentre la Regione Basilicata, anche in virtù delle proteste venute dai sindaci del territorio e dalla filiera, recentemente ha richiesto una “istruttoria condivisa” attraverso l’assessore all’Ambiente e all’Energia, Cosimo Latronico, della Giunta del presidente Vito Bardi, sempre di Forza Italia, per un impianto che si trova interamente nella Regione Calabria.

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