L’ultimo appuntamento. Carmine Morello, 49 anni, era stato chiamato a un incontro importante: bisognava preparare qualcosa e occorreva farlo lontano occhi indiscreti. «Vieni senza telefono ed evita di farti vedere»: così gli era stato detto la mattina del 9 agosto. E così ha fatto: il quarantanovenne ha lasciato il cellulare nella rivendita di motociclette d’un vecchio amico posta sulla 106 ionica e, in sella alla sua Enduro, ha raggiunto il posto concordato. Ad attirarlo in trappola dev’essere stato un “compare” di cui si fidava. È per questo che ha abboccato all’amo mortale presentandosi disarmato e senza prendere precauzioni all’incontro. Avevano sttabilito di vedersi in contrada “Strange”, una località isolata e di campagna.
Morello è arrivato tranquillo, s’è levato il casco e quando è andato astringere la mano ai convenuti s’è beccato una scarica di proiettili in corpo. Non ha avuto il tempo di capire e di reagire: il sicario l’ha fulminato in pochi secondi scaricandogli addosso da distanza ravvicinata il piombo necessario per mandarlo all’altro mondo. Poi, con i complici, ha deciso di lasciarlo marcire tra la macchia mediterranea: a fare sparire il cadavere ci avrebbero infatti pensato gli animali selvatici e il caldo agostano. Gli assassini hanno solo spostato il corpo a una quindicina di metri di distanza dal luogo dell’esecuzione, nascondendo poi la moto enduro di Morello sotto delle lamiere arrugginite abbandonate lì da chissà quanto tempo.
I familiari del quarantanovenne si sono allarmati a tarda sera quando Carmine non è tornato a casa, nè s’è fatto sentire. La notte è trascorsa insonne e, al mattino, sono corsi dai carabinieri a denunciarne la sparizione. Gli investigatori del Reparto territoriale di Corigliano Rossano, guidati dal maggiore Marco Filippi, hanno cominciato le ricerche partendo dal telefonino, subito individuato nella concessionaria dell’amico che l’aveva incontrato per ultimo. Quindi gli interrogatori dei congiunti, l’analisi dei tabulati telefonici, l’esame delle immagini girate dagli impianti di videosorveglianza disseminati nella zona della Statale 106.
Gli elementi raccolti sono stati molteplici e importanti. Tanto importanti da aver spinto i carabinieri del colonnello Agatino Spoto a eseguire ricerche nell’area di “Strange”, quasi al confine con Mirto e Cropalati. I resti di Carmine Morello, in avanzato stato di decomposizione, dilaniati da volpi e roditori, erano nascosti proprio lì, in un dirupo, sotto rovi spinosi e gonfi di bacche. La zona è stata ispezionata dagli “specialisti” dell’Arma e siccome (come sosteneva George Simenon) “i luoghi parlano” , l’ispezione ha offerto spunti interessanti confermando che Morello è stato ucciso lì. Oggi verrà eseguita l’autopsia e capiremo pure con quanta ferocia.
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