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Le ombre sui test di Medicina, Cosenza prepara i ricorsi al Tar

Una ventina di istanza di studenti contro l’annullamento delle prove

L'Università della Calabria di Rende

Le “soffiate” sull’app messaggistica vendute a 20 euro e i corsi a pagamento per conoscere in anticipo i quiz sono ombre minacciose che s’allungano sul nuovo test di Medicina. Perplessità che oscurano la correttezza giuridica e la genuinità amministrativa delle prove selettive. Un pasticcio italico ma anche un pericoloso inciampo che agita, inevitabilmente, le notti nel Cosentino. Tremano anche le prime aspiranti matricole della nuova Facoltà dell’Unical, quella che dovrà partorire i “camici bianchi” del futuro, speranza di rilancio per la sanità calabrese. Ore d’attesa che rischia di rivoluzionare i sogni.
Il ministro Bernini ha già riunito i rettori e il consorzio che somministra i tolc per verificare la presenza di eventuali falle all’interno di quel reticolo di sicurezza informatica che dovrebbe essere a prova di intrusione. Le pretese irregolarità sono state denunciate in un esposto, carico di delusione e di rabbia, presentato in procura. Al Tar di Roma, invece, è stato depositato un ricorso per fermare lo scorrimento delle graduatorie nazionali, pubblicate il 5 settembre, dal momento che gli elenchi degli ammessi ai corsi risulterebbero “falsati”, se la tesi dell’inganno, sostenuta dai ricorrenti, fosse provata. Il rapporto giudiziario è stato prodotto da uno studio legale di Palermo, i cui avvocati, nei giorni scorsi, hanno definito la vicenda come «lo scandalo più grande che abbia mai colpito il sistema del numero chiuso».

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