Chiuse le indagini sull’uso dei telefonini nel carcere “Sergio Cosmai”. Ieri mattina gli agenti del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Catanzaro hanno notificato gli avvisi di garanzia a cinque detenuti e due famigliari. Tutti e sette dovranno rispondere, a vario titolo, di «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti ristretti». L’inchiesta – coordinata dal capo della Procura – risale allo scorso anno e ha avuto origine dal rinvenimento di due micro-telefoni Gsm all’interno di una cella della casa circondariale di via Popilia. La scoperta è avvenuta nel corso di un’ispezione di routine da parte degli agenti della polizia penitenziaria. I due dispositivi sono stati sequestrati e analizzati dagli specialisti del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Catanzaro. Dall’esame dei dati del traffico telefonico, gli inquirenti hanno ricostruito la rete dei rapporti intessuta attraverso le due utenze all’esterno delle mura carcerarie. Circostanza che ha reso possibile individuare, prima, e identificare, in seguito, tutti i protagonisti della vicenda. Dalle indagini sarebbe anche emerso il coinvolgimento di due famigliari. Nel corso dell’inchiesta è stato possibile anche appurare il modo in cui sarebbero stati introdotti in carcere sia i due dispositivi che le relative sim.
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