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Cosenza, la scuola in ospedale aiuta ragazzi e famiglie. Le cifre sono in crescita

L’Ic “Roberta Lanzino” è scuola polo. Sono ottimi i riscontri anche per l’istruzione che si svolge a domicilio

Un faccia a faccia nazionale per preparare l’anno che verrà. S’è svolta una riunione della Rete di scopo nazionale che riunisce gli istituti polo di tutte le regioni per fissare o rilanciare i punti chiave dell’impegno nei prossimi mesi sia per le scuole in ospedale che per quelle a domicilio. La Calabria è stata rappresentata dalla dirigente scolastica del Comprensivo cittadino “Roberta Lanzino”, Marina Del Sordo, che è pure vice presidente nazionale. L’incontro ha seguito un analogo appuntamento del Comitato tecnico calabrese alla presenza dei presidi coinvolti assieme a dirigenti e funzionari dell’Ufficio scolastico regionale.
In Calabria anche per la Scuola in ospedale la prima campanella suonerà giovedì prossimo 14 settembre, mentre in altre regioni è già ricominciata. L’orario in genere va dalle 8 del mattino alle 16, in base alle esigenze degli studenti interessati.
I numeri Dal faccia a faccia nazionale è emerso soprattutto nelle regioni del nord un aumento dei numeri della Scuola in ospedale, sia per quanto riguarda gli iscritti che, di conseguenza, per i docenti impegnati. In Calabria le cifre sono stati sostanzialmente confermate in quasi tutte e cinque le sedi operative: Cosenza, Cetraro, Crotone, Catanzaro e Reggio Calabria. Per quanto riguarda Cosenza, in particolare, si tratta di 500 ragazzi per la scuola dell’Infanzia, 400 la primaria e altri 400 per le Superiori di primo e secondo grado. Un contingente niente male, cui aggiungere le ragazze e i ragazzi seguiti invece grazie all’assistenza domiciliare. Possono fruire della Scuola in ospedale gli alunni ricoverati, quanti sono in day hospital e anche quanti devono affrontare una visita specialistica e quindi sono costretti a saltare un giorno di scuola.
La scuola a domicilio, invece, può essere richiesta dalla famiglia del ragazzo malato per ottenere lezioni a casa poiché il piccolo è impossibilitato a muoversi per varie ragioni.

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