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Gratteri a Diamante: «La Calabria ha ritrovato coraggio»

Standing ovation per il procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro accolto da oltre cinquemila persone

«Conosco bene i miei clienti. Il senso della paura e del limite l’ho superato nel 1989. Una notte hanno sparato alla casa della mia fidanzata. L’hanno pure chiamata dicendole che avrebbe sposato un uomo morto. La mia, la nostra è stata una scelta di campo. Marina, mia moglie, si è occupata dell’educazione dei miei figli, che hanno preso una strada diversa dalla mia. La famiglia Gratteri ha già dato alla magistratura».
Uno scroscio di applausi riempie l’attimo di silenzio dopo che il procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha raccontato uno spaccato molto intimo della sua vita. Di fronte a lui la moglie: lo ascolta, assieme a circa cinquemila persone. Domenica si sono ritrovati in tantissimi al salotto culturale del Peperoncino Festival per avere l’ennesima speranza che, insieme, questa spaccatura maledetta possa essere risanata. Il giornalista Arcangelo Badolati incalza con le domande, parlando dell’ultima fatica letteraria che il procuratore ha scritto insieme al giornalista Antonio Nicaso. Sono presenti il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, e il sindaco Ernesto Magorno. Quest’ultimo ha annunciato che a Gratteri sarà conferita la cittadinanza onoraria. Sotto i riflettori della kermesse emerge la figura del magistrato che combatte il malaffare, che non le manda a dire ai politici e a chi dovrebbe invertire la rotta per debellare il fenomeno. Fatti che snocciola ripescandoli con precisione nella memoria, con arresti che lo vedono dall’altra parte rispetto ad amici e compagni d’infanzia che hanno abbracciato un’altra strada, radicata nella criminalità.

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