«Siamo contrari al piano di dimensionamento della rete scolastica che il Ministro dell’Istruzione Valditara si appresta a mettere in atto con effetti a partire dall’anno scolastico 2024-25. E se il governo procederà con i tagli al numero delle scuole, la Flc Cgil si sta muovendo con i suoi legali per impugnare il decreto attuativo». Il segretario provinciale cosentino della sigla sindacale, Francesco Piro, mette anche la targa Cs su una protesta che sta divampando ovunque, perché sono tante (troppe) le scuole che rischiano di perdere l’autonomia esclusivamente per una ragione numerica, di conti. È vero che le scuole non chiudono, ma è altrettanto vero che, soprattutto nelle zone più difficili, che purtroppo in Calabria non mancano, non avere il preside in sede può indebolire l’impegno degli istituti sul territorio, anche semplicemente nella capacità di intercettare e quindi provare a dare risposte ai bisogni di ragazzi e famiglie.
I numeri
In provincia di Cosenza bisogna tagliare 29 autonomie, ma non è detto che tra esse ci siano tutti i 21 istituti sottodimensionati o normodimensionati in deroga attualmente in reggenza. Perché l’obiettivo della Provincia, con in testa il presidente Rosaria Succurro, è salvaguardare le aree interne, cercare di fronteggiare lo spopolamento e tutelare le scuole sistemate nelle zone più a rischio dispersione. Ma non è facile tenere assieme queste ottime intenzioni e i diktat che arrivano da Roma e di conseguenza da Catanzaro. I Comuni hanno tempo sino al 30 settembre per deliberare sul Dimensionamento, dopodiché la palla passerà nelle mani della Province che dovranno decidere a loro volta entro il 15 ottobre. Quindi l’ultima parola spetterà alla Regione. Domani nel palazzone della Provincia la presidente Succurro dialogherà con gli ambiti, preparando il tavolo tecnico regionale di giovedì alla presenza di Anci e dell’Atp cosentino.
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