Una folla commossa ed un applauso, che ha riecheggiato nel cielo, hanno accompagnato l’uscita dalla chiesa del feretro del medico cosentino, investito ed ucciso ad Imola. Tante lacrime e tanti volti addolorati si sono susseguiti per tutta la giornata, sia davanti la camera ardente, allestita all’interno del Comune di Bisignano, che all’interno e all’esterno della chiesa di Sant’Umile, dove è stato dato l’estremo saluto ad Antonio Vilardi.
Intere comunità sconvolte ed in lutto per questa grave tragedia che gli ha strappato uno dei suoi figli migliori, come lo era Antonio. Così come quella di Bisignano, dove il sindaco Francesco Fucile ha proclamato il lutto cittadino, per la tragica scomparsa del suo giovane concittadino, nonché valido medico che si è da subito distinto per competenze e doti umane. Oppure, come quella di Rota Greca, paese di origine, ma anche come quella di Imola, dove il 41 enne svolgeva la sua professione. Un dolore troppo grande che ha attraversato l’Italia tutta, non appena la notizia della sua scomparsa si è divulgata tra quanti lo conoscevano. Durante l’omelia tante le parole di stima e di affetto verso questo giovane medico dal sorriso sempre sul volto e dalla sventura in tasca. Lo stesso sindaco Fucile, fortemente commosso, ha pronunciato parole di lode, promettendo che si impegnerà affinche l’università privata di medicina che nascerà a Bisignano porterà il nome di Antonio Vilardi. Lodi e parole di stima ed affetto hanno continuato ad accompagnare la salma all’uscita della chiesa, dove le lacrime copiose solcavano i volti per non poter rivedere più il sorriso di Antonio tamponato e trascinato, quella maledetta sera, mentre era a bordo delle sua moto, dall’auto di un ragazzo imolese positivo all’alcoltest. "Per tutti era una persona d’oro, sempre disponibile, sia per i pazienti, che per i colleghi come per gli amici", è il ricordo di Roberto Bertelli, dirigente medico dell’ortopedia dell’Ausl di Imola, che aggiunge: "Aveva una grande passione per le moto, una moto che quella sera non voleva saperne di funzionare per via della batteria scarica, rapidamente sostituita dopo il lavoro per tornare a rombare".
Un ultimo rombo che ha fatto andare l’uomo incontro ad un destino troppo crudele, strappandolo per sempre all’amata moglie Cristina, all’adorato figlioletto Sandro, ai genitori, ai parenti ed amici. Un dolore, dunque, tanto straziante, quanto vivo è, e resterà, il ricordo di bravo professionista, con un futuro ancora più promettente, di uomo dai grandi valori umani e morali, di gentilezza e di signorilità che lascia di sé il giovane medico nei cuori di tutti.
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