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Cosenza, ospedali di comunità a rischio tagli

La revisione degli investimenti previsti sul Pnrr interesserà anche la parte destinata al programma salute

C’è una sanità che in Calabria non cambierà mai volto perché dovrà sempre fare i conti con le forze centrifughe generate dai provvedimenti calati dall’alto. La riforma (che ha raccolto l’apprezzamento di altri governatori e, soprattutto, di Roma) voluta da Roberto Occhiuto, per rivoluzionare la grammatica del concetto base di cure ed assistenza, rischia di sbattere contro gli scogli delle sforbiciate che sono destinate al Pnrr e, inevitabilmente, anche all’articolazione-salute. Tagli che a livello nazionale potrebbero definire un vistoso ridimensionamento del piano messo in cantiere seguendo le linee del Dm numero 77. La necessità di dirottare fondi verso altre voci di Bilancio mette in pericolo l’equilibrio geografico delle nuove strutture sanitarie intermedie, sia quelle previste nel Piano operativo regionale (Por) allegato al Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) nell’ambito del Pnrr, sia quelle extra Por aventi cioè altre fonti di finanziamento diverse dal Pnrr.
Ma sulla via della riforma affiorano fibre inaspettatamente complesse che diventano la trama di un tessuto coriaceo e minaccioso. Quello che sembrava lo strumento capace di pilotare la Calabria fuori dal Piano di rientro potrebbe trasformarsi in una insidia. Il Pnrr salute “dimagrito” non offrirebbe più quel campo largo immaginato per curare la sanità calabrese. Un eventuale risparmio potrebbe togliere la serenità e cancellare le certezze su quel viaggio verso quel ritorno alla normalità che era sembrato possibile. È tutta la Calabria che, al momento, non conosce ancora il suo destino. Alla regione sono stati destinati 122,3 milioni di euro sui 3 miliardi complessivi sul piatto del Pnrr. In particolare, 84,7 milioni erano stati stanziati per la realizzazione delle case di comunità, di cui 14 concepite secondo un modello hub, cioè in grado di erogare assistenza primaria, attività specialistiche e di diagnosi di base, e altre 47 spoke, capaci di garantire esclusivamente servizi di assistenza primaria. Per gli ospedali di comunità immaginati è previsto un importo di 37,6 milioni per la ristrutturazione delle sedi (la maggior parte dei siti) o per l’abbattimento e la realizzazione di nuovi immobili (si tratta solo di tre strutture).

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