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Allarme Istat, la provincia di Cosenza tra 20 anni scenderà sotto i 600mila abitanti 

La speranza è negli occhi dei bambini che nascono e crescono in questo Sud che diventa sempre più periferia dell’Europa. Un meridione che non s’è mai sviluppato oltre Eboli. In questa zolla estrema dell’Italia si è sempre sofferto e si continua a soffrire l’abbandono delle migliori intelligenze. Una fuga da una terra schiacciata dalla disoccupazione e dalla oppressione della ’ndrangheta. Lo avevano già fatto i contadini dopo il fallimento della riforma fondiaria, lo fanno adesso i ragazzi che corrono dietro ai loro sogni. È la triste vicenda meridionalistica, una questione rimasta irrisolta, sia per l’assenza di un vero disegno politico, sia per una storica insufficiente dotazione di infrastrutture funzionali, scientifiche, sociali e fiscali, capaci di abbattere il dualismo tra le due Italie.
Spopolamento

La Calabria continua a sparire, perdendo porzioni di residenti, di figli che spesso vengono seguiti anche dai genitori. L’Istat ha reso noti, di recente, i dati del Censimento permanente, una fotografia della nazione aggiornata al primo gennaio 2022. E i numeri confermano le dinamiche: tutto il Sud è stato trasformato in una rampa di lancio. Anche il Cosentino si spegne. C’è un comune, un piccolo comune che ha incassato un primato poco invidiabile: l’Istituto di statistica di Stato ha collocato Terravecchia in testa alla graduatoria nazionale dei comuni che hanno perso più residenti negli ultimi dieci anni con il 40,1% in meno (dai 1.019 abitanti del 2012 si è passati ai 610 del 2022). In sostanza, per un residente che resiste ce n’è quasi un altro che parte. E nella top 16 dei comuni a rischio scomparsa si inseriscono anche Alessandria del Carretto (tredicesima) con -30,8% e Castroregio (sedicesima) con -30,7%. La provincia, complessivamente, ha perso il 5,5% dei residenti nell’ultimo decennio (39.487 abitanti in meno). Anche Cosenza vive il declino demografico con un calo di 5.303 residenti dal 2012 al 2022. Tuttavia, proprio l’ultimo anno fa registrare un saldo in controtendenza: tre residenti in più, una spruzzata d’ottimismo in mezzo a una narrazione che continua a imbrattare le statistiche, numeri che appaiono privi di sentimento.

Previsioni

Il Cosentino rischia di appassire dentro stime future che seguono il filo di un andamento costante che spinge verso una crisi demografica ormai irreversibile. Pochi figli, invecchiamento dei residenti, emigrazione giovanile nonostante flussi migratori in crescita. Un orizzonte che si chiude davanti a scenari inquieti che peggiorano progressivamente. La popolazione ufficiale registrata nell’ultimo censimento permanente descrive una provincia sulla quale, al 31 dicembre 2022, vivevano 674.543 persone (che al primo gennaio 2023 si sono ulteriormente ridotti scendendo a quota 671.278). Ma c’è un algoritmo che mette in ansia e fa le carte al Cosentino che verrà. Secondo le previsioni dell’Istituto di statistica, costruite attraverso un panel di intervistati (ben 121 esperti), tra dieci anni, nel 2031, la denatalità e l’emigrazione delle giovani generazioni porteranno la popolazione provinciale a 642.452 abitanti. In sostanza, spariranno altri 32.091 cosentini. Una picchiata che proseguirà anche oltre. Entro 20 anni resteremo in 597.490. Dunque, potrebbe prefigurarsi un saldo negativo di 77.053 individui. Tanto per capirci, rischia di sparire una città più grande di Corigliano Rossano che è il centro urbano più grande del Cosentino. Una apocalisse descritta dai principali indicatori. Il tasso di natalità, attualmente al 7% crollerà nel 2031 al 5,9%. L’indice di mortalità, invece, passerà dal 12,7% al 13. Ma la frenata si registrerà anche nel tasso migratorio che dovrebbe curvare dall’attuale 2,0% allo 0,4% del 2031.

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