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Cosenza, sui tagli alla scuola si chiude il 30 novembre. Ma Rende potrebbe far riaprire i giochi

Perse due autonomie in un Comune sciolto per mafia, condizione di criticità non valutata

Il dimensionamento è un fiume carsico che continua a trascinare veleni e rancori. Nei consigli comunali, nei comitati studenteschi e nelle assemblee sindacali si cercano soluzioni d’emergenza che mettono insieme tutto e niente. Proteste di piazza e di istituti, richieste di accesso agli atti e alle delibere che hanno portato alla definizione della nuova rete della scuola. Un principio contenuto nella legge di Bilancio, votata proprio sul calar dello scorso anno. Provincia e Regione non potevano allargare le braccia, dovevano farlo per evitare il commissariamento.
I primi a sollevare dubbi sul dimensionamento subito sono stati gli studenti del Todaro-Cosentino che hanno manifestato alla Provincia dopo l’ufficializzazione dell’accorpamento con il Mancini-Tommasi di Cosenza. Per fermare il provvedimento era stato agitato come un vessillo il Commissariamento del Comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, richiamando anche il precedente calabrese del mancato accorpamento delle scuole di Gioia Tauro e Canolo nel 2018 con delibera di giunta 427. Il commissariamento dell’ente locale sciolto per infiltrazione mafiosa è, in effetti, uno degli indicatori di criticità all’interno delle linee guida della Regione. E i commissari hanno deciso di chiedere alla Provincia e alla Regione una deroga, temendo che i tagli possano arrecare gravi danni alla comunità rendese. È chiaro che se dovesse essere accolta, i due accorpamenti previsti a Rende (l’altro è quello tra i due licei, il Pitagora e il Da Fiore) dovrebbero essere recuperati sul territorio provinciale con un nuovo giro di roulette tra i partecipanti.

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