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Cosenza, il maxiprocesso Reset e l’ombra dell’ex pentito

L’incognita dell’ex pentito. Sui filoni processuali nati dall’inchiesta “Reset” aleggia l’ombra di Roberto Porcaro. Il boss, considerato componente della direzione strategica delle cosche “confederate”, dopo aver iniziato a sorpresa una collaborazione con i magistrati antimafia riempendo decine di pagine di verbali confessori, ha d’un tratto fatto retromarcia. Cosa è accaduto? Nessuno ha fornito una esauriente risposta, neppure lui. Conoscere le dinamiche del “ripensamento” significherebbe scoprire cosa si muove intorno alle “gole profonde” fuggite dalle file dei clan dominanti. Questa è, infatti, l’area della Calabria con il maggior numero di “dichiaranti” mostratisi spesso affidabili, a volte meno affidabili e, a tratti, tremendamente bugiardi. L’inchiesta “Reset” è la più potente spallata data dalla magistratura antimafia al “sistema” criminale attivo da decenni nell’area urbana. Dall’operazione “Garden” in avanti nessun blitz ordinato ha registrato numeri così alti d’imputati e parti offese. Nessuna ombra può perciò rimanere troppo a lungo indefinita in un quadro tanto contaminato e complesso.

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