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Cosenza, il questore Giuseppe Cannizzaro: «Contro la subcultura mafiosa fare rete con le agenzie educative»

Attentati e intimidazioni hanno suscitato nel territorio sibarita allarme sociale. Il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, durante la visita a Crot0ne ha annunciato, nei giorni scorsi, che in tempi brevi verrà pure nel Cosentino. Il questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, è un dirigente suoperiore della pubblica sicurezza con una grande esperienza maturata sul campo: ha lavorato in varie zone “difficili” della nostra regione, s’è occupato di criminalità a livello nazionale ed è stato impegnato con risultati lusinghieri nella città toscana più complessa - Prato - in cui si fondono gli interessi delle criminalità cinese e italiana.

Questore qual è la sua impressione dopo questo primo periodo trascorso alla guida della Polizia in questa provincia?

«Il Cosentino è un’area caratterizzata da due specificità. La prima: l’effervescenza intellettuale e culturale del territorio, accompagnata dalla presenza di un grande ateneo e di istituzioni da decenni impegnate nel settore della promozione della cultura. La seconda: esistono, e non si deve sottacere, delle realtà criminali storiche e in evoluzione».

A quali si riferisce?

«Nel territorio della Sibaritide, vasto e ricco di insediamenti produttivi e turistico-ricettivi si è registrata, per esempio, una fusione tra sistemi criminali: quello tradizionale ‘ndranghetista con quello nomade. Si tratta di un vero e proprio “laboratorio” delinquenziale unico nel contesto meridionale».

Un “laboratorio” rispetto al quale state agendo come forze di polizia?

«Già le ultime operazioni della Dda di Catanzaro hanno certificato l’esistenza di questo connubio e hanno evidenziato una realtà delinquenziale che si caratterizza per aggressività. Si pensi alle intimidazioni compiute in danno di imprenditorie e esponenti delle Istituzioni. Detto questo posso assicurare che il dispositivo messo in campo dalle forze dell’ordine si sviluppa su più direttrici che riguardano sia il controllo del territorio che l’azione d’intelligence. Non solo: abbiamo intensificato pure strumenti di tipo prevenzionale di specifica competenza del Questore quale autorità di pubblica sicurezza. Mi riferisco alle misure di prevenzione personali, ai controlli nei locali pubblici. Tutte le nostre attività sono inoltre frutto di una speciale sinergia innescata con l’autorità giudiziaria cioè con la Procura distrettuale di Catanzaro e con le procure di Castrovillari e Paola.

Qual è il rapporto con gli amministratori locali?

«Di massima vicinanza e costante interlocuzione come abbiamo dimostrato in occasione degli ultimi gravi episodi. A ciò aggiungerei gli accertamenti tecnici che stiamo compiendo per verificare il funzionamento e il livello di copertura sul territorio dei sistemi di videosorveglianza. Sistemi che devono funzionare meglio perchè sono strumenti tecnologici determinanti in campo investigativo».

In concreto, qual è in questo momento l’intervento che state attuando nella Sibaritide?

«Sul piano del controllo del territorio una gestione razionale delle risorse disponibili anche attraverso il ricorso al Reparto prevenzione crimine che affianca e supporta i commissariati presenti. Poi si sta facendo ricorso a interventi interforze, con carabinieri e guardia di finanza e unità cinofile, per eseguire attività sempre più efficaci e acquisire e aggiornare un bagaglio di informazioni indispensabile per sviluppare le attività investigative.

Cosa si sente di dire ai cittadini del Cosentino?

«Una provincia così avanti dal punto di vista culturale e produttivo non può piegarsi alla subcultura della violenza e della sopraffazione. Occorre, piuttosto, fare rete con le agenzie educative, le parrocchie, le associazioni datoriali, le rappresentanze imprenditoriali, i gruppi di volontariato al fine di formare una coscienza collettiva che funga da barriera contro i modelli fuorvianti proposti dalla criminalità. Posso dire che sia personalmente che come Polizia di Stato - ma penso di poter parlare a nome di tutte le forze dell’ordine - siamo disponibili a partecipare a iniziative promosse negli istituti scolastici, nelle sedi universitarie e associative, nelle comunità parrocchiali con il fine di contribuire alla formazione del senso civico e della diffusa cultura della legalità. A tutti i cittadini dico: abbiate fiducia nello Stato».

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