Misura cautelare più attenuata per l'ex assessore del Comune di Rende Pino Munno, nell'ambito del processo "Malarintha". Il tribunale di Cosenza in composizione collegiale - presidente Francesco Luigi Branda a latere Urania Granata e Iole Vigna - su istanza dell'avvocato Gianluca Garritano ha revocato i domiciliari all'ex componente dell'esecutivo Manna (esecutivo, fra l'altro, sciolto per infiltrazioni mafiose per effetto dell'inchiesta denominata "Reset" coordinata dalla Dda di Catanzaro). Il giudice ha concesso la misura cautelare più attenuata, dell'obbligo di dimora nel comune di Rende, nonostante il parere contrario della Procura rappresentata in aula dal pubblico ministero Giuseppe Visconti. L'ex assessore è accusato di peculato e la corruzione. Secondo l'indagine coordinata dal capo della Procura Mario Spagnuolo avrebbe percepito la somma di 5.000 euro per far vincere la gara dei lavori di adeguamento sismico del palazzo comunale di San Vincenzo La Costa a un’impresa. L'ex amministratore, inoltre, avrebbe fatto riparare la stampante della caserma dei carabinieri forestali di San Pietro in Guarano con i fondi della Rende Servizi e di aver favorito se stesso per la realizzazione di un canile/cimitero.
Caricamento commenti
Commenta la notizia