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Omicidio Gioffrè, Tiziana Mirabelli esce dal carcere. Il TdL: “Sufficienti i domiciliari”. L'avvocato chiederà l'abbreviato

Tiziana Mirabelli

È stata assegnata agli arresti domiciliari Tiziana Mirabelli, 46 anni, imputata per l’omicidio del pensionato Rocco Gioffrè, 75 anni, avvenuto in una palazzina di via Montegrappa nel febbraio scorso. La donna ha ottenuto la scarcerazione dal Tribunale della libertà di Catanzaro che ha ritenuto le esigenze cautelari pienamente assicurate dalla detenzione domiciliare.
La Mirabelli, difesa dall’avvocato Cristian Cristiano, è indagata dalla procura cittadina per omicidio aggravato dalla rapina. La vicenda delittuosa è stata ricostruita dal procuratore Mario Spagnuolo e dal pm Maria Luigia D’Andrea. La donna - questa la tesi della magistratura inquirente - avrebbe agito con lo scopo di impossessarsi di una somma di denaro (1800 euro) che la vittima deteneva nel portafoglio. Una tesi respinta dall’indagata che invece sostiene di aver reagito dopo aver subito un’aggressione a sfondo sessuale. Tiziana Mirabelli dopo aver ucciso il pensionato durante una colluttazione ne ha tenuto nascosto il cadavere in casa per sei giorni. Gioffrè è stato trovato avvolto in una coperta e dei sacchi di nylon. Poi ha raggiunto la Stazione centro dell’Arma e al comandante Renato Morrone e al tenente colonnello Antonio Quarta ha raccontato quanto era accaduto mostrando pure le ferite che aveva alle mani e alle braccia. La versione resa agli investigatori non ha convinto la Procura: sono stati compiuti accertamenti nelle abitazioni di vittima e accoltellatrice, acquisiti i filmati girati dalle telecamere di videosorveglianza installate in casa del pensionato e vagliati i riscontri emersi dall’esame autoptico. Sulla base degli indizi raccolti il procuratore Spagnuolo e il pm D’Andrea hanno cambiato l’originaria imputazione da omicidio volontario in delitto aggravato e rapina.
Le figlie di Rocco Gioffrè si costituiranno parte civile, patrocinate dall’avvocato Francesco Gelsomino. L’avvocato Cristiano chiederà il rito abbreviato che, tuttavia, non potrà essere accordato perché il capo d’imputazione contestato prevede la possibile condanna della donna all’ergastolo. In sede dibattimentale, però, il penalista potrà utilizzare la richiesta per sollecitare la riduzione della pena prevista dal rito alternativo. Richiesta vantaggiosa per l’imputata se la Corte dovesse escludere le contestate aggravanti.

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