Un passo alla volta, l’Asp mette ordine alla sua contabilità scapigliata. Il collegio sindacale (Fabio Buccico, Pierluigi De Buono e Marco Bonaro) ha espresso parere favorevole sul bilancio preventivo 2024. Si tratta di un evento raro perché quando c’è da mettere mano all’architettura finanziaria dell’Azienda sanitaria provinciale i pensieri rientrano sempre nella camicia di forza delle tensioni che fanno vibrare l’intero sistema-salute cosentino. E così per ritrovare l’ultimo via libera di un organo di vigilanza contabile bisogna andare indietro nel tempo di almeno otto anni. Poi, la storia è stata illustrata da un tango di bocciature puntuali per eccesso di prudenza (o, se si vuole, per mancanza di fiducia). Tutta colpa di un passato caratterizzato da poche luci e tante ombre con quattrini che non sono mai bastati a sanare conti perennemente in rosso. Soldi, tanti soldi che avrebbero dovuto essere destinati alle cure dei cittadini e che, invece, sono serviti a pagare cambiali a vita. Un disavanzo che ha impedito di garantire lea dignitosi. E così l’esame di un bilancio superato rappresenta una novità. Nei prossimi giorni verrà approvato dalla Regione anche il Consuntivo 2022, nonostante su quello non ci sia stato il visto in sede di revisione. Sui progressi economici dell’Asp, qualche giorno fa si era espressa anche la magistratura contabile lodando la volontà dimostrata nell’azzerare il debito pregresso
Le cifre
L’Azienda più grande della Calabria prevede un valore di produzione generato nel corso dell’esercizio 2024 di 1.425.553.890,38 euro con un margine di crescita di poco superiore ai 42 milioni di euro rispetto al dato espresso nel consuntivo 2022. Si tratta di una differenza attribuita, principalmente a maggiori contributi in conto esercizio extra fondo per circa 36 milioni. Per quanto riguarda i costi di produzione, la previsione descrive una spesa di 1.407.888.858,46 euro, un incremento di poco superiore ai 75 milioni di euro. L’asticella si alzerà rispetto al 2022 grazie, principalmente, a maggiori investimenti con acquisti di beni sanitari (soprattutto investimenti immobiliari per azzerare i fitti passivi, pari a 16 milioni in più) e di servizi sanitari (+ 118 milioni).
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