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Unical, protestano gli addetti alle pulizie. Usb Lp: “Paga da fame, 5 euro l'ora”

Il servizio di pulizia degli spazi dell’Università della Calabria è stato appaltato alla Snam Lazio Srl, che a sua volta ha subappaltato una parte della commessa all’azienda CSF. "Le condizioni di lavoro dei dipendenti è da molto tempo inaccettabile", si legge in una nota dell'Usb Lp. "I lavoratori e le lavoratrici sono obbligati a turni giornalieri di sole 3 ore che aumentano facendo ricorso sistematico e sregolato al lavoro supplementare per i part-time e straordinario per i full-time. La paga oraria è da fame, circa 5 euro. Il rapporto tra il numero dei dipendenti, le ore previste da contratto e il carico di lavoro è insostenibile. Già mesi fa era stato lanciato un grido di allarme direttamente dagli operai ormai stremati da queste condizioni di vita, ma è puntualmente caduto nel vuoto. Questa situazione non interessa un luogo qualsiasi ma l’Università della Calabria, un’istituzione pubblica considerata fiore all’occhiello della regione. Ci chiediamo come sia possibile e accettabile che tra i cubi dove si svolgono importanti ricerche anche di carattere internazionale si permetta il sistematico sfruttamento di decine di lavoratori e lavoratrici? Riteniamo grave che la governance dell’Ateneo, in qualità di ente appaltatore, non sia al corrente o peggio ignori e avalli la cattiva gestione di una servizio così fondamentale. Non è più accettabile che aziende private impegnate nella gestione di appalti pubblici si arricchiscano sulle spalle dei lavoratori. Inoltre, nonostante le richieste di incontro ufficialmente avanzate l'azienda si è sempre rifiutata di incontrare i nostri rappresentanti. Stante la situazione appena descritta, come USB LP metteremo in campo già dai prossimi giorni le iniziative sindacali opportune, a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici iscritte".

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