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Nel Tirreno cosentino offensiva del racket scandita da incendi e bombe artigianali

Intimidazioni e fiamme. Sono tornati in azione sul litorale costiero del Tirreno cosentino i “signori” del fuoco. Nel mirino ci sono imprenditori e politici.
Sugli ultimi eventi registrati adesso dovranno chiaramente essere le indagini a cercare di capire origini e moventi raccogliendo eventuali testimonianze. È in particolare nel medio alto Tirreno cosentino che sono concentrati gli attentati che hanno interessato prima la ditta “Ecologia Oggi” a Cetraro, poi l’autovettura di Vincenzo Spinelli responsabile di Fratelli d'Italia di Belvedere Marittimo e infine a Scalea la ditta “Sciuto” che ha visto andare in fiamme un escavatore. Fiamme di matrice chiaramente dolosa hanno interessato nell’ultima settimana anche un’autovettura di una donna di Tortora.
Difficile dire se l’incendio del Bmw di Spinelli abbia pertinenza con la sua attività politica o con quella imprenditoriale. Sempre a Belvedere Marittimo i “piromani” hanno colpito a settembre l’abitazione estiva del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. L’incendio divampato nei pressi della struttura è finito per lambire le pertinenze della stessa. Un caso?
L’attenzione resta alta ancora una volta da Cetraro e Scalea. In questa striscia di territorio costiero di 35 chilometri, in passato è stata l’inchiesta Frontiera a fare luce sulle azioni criminali legate in particolare al clan capeggiato da Franco Muto.
Il sindaco di Cetraro ha scritto al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Ermanno Cennamo è preoccupato per l’escalation della criminalità.

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