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La legge elettorale discrimina le minoranze, a Lungro impazza la polemica: ricorso contro l'Europa

Il giudice ieri ha demandato la questione al Collegio della sezione

Sarà il Collegio della Sezione civile del Tribunale di Castrovillari a decidere se rimettere alla Corte di Giustizia Europea la questione relativa all’accertamento e alla dichiarazione del diritto dei ricorrente, appartenenti a minoranza linguistica riconosciuta e tutelata dalla Legge 482/99, di esercitare il diritto di voto libero, uguale, personale e diretto nonché di candidarsi così come garantito dalla Costituzione italiana. Il prossimo 7 febbraio sarà dunque un collegio di giudici a discutere le richieste contenute nel ricorso avverso la Legge elettorale europea presentato dal Movimento federativo delle minoranze linguistiche - Nuova Arbëria. Ieri dinnanzi al presidente della Sezione civile del tribunale di Castrovillari, Vincenzo Di Pede, si è discusso il ricorso con il quale si chiede la modifica della legge elettorale europea perché, nella forma attuale, è discriminante per le minoranze linguistiche del Meridione d’Italia e, in particolare per gli arbëreshë, poiché viene negata alle popolazioni italo-albanesi, presenti in gran numero in Calabria, di esprimere un proprio rappresentante in seno al Parlamento Europeo.
La minoranza arbëreshe, costituita da 50 comunità disseminate a macchia di leopardo in sette regioni italiane (Calabria, Sicilia, Basilicata, Puglia, Molise, Campania e Abruzzo), nella provincia Cosentina consta di una trentina di comuni e conta oltre 40mila abitanti.

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