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Violenza di genere, Manzini: "Il caso di Giulia Cecchettin ha fatto capire all'Italia intera che bisogna invertire la rotta"

«Il caso di Giulia Cecchettin è quello che più di ogni altro ha fatto capire all’Italia intera che bisogna invertire la rotta». Lo ha detto all’AGI la sostituta procuratrice della Procura generale di Catanzaro, Marisa Manzini, partecipando all’Università della Calabria a un incontro sul tema della violenza di genere. L’iniziativa si è svolta nell’ambito di una lezione del corso di specializzazione sul sostegno che si sta svolgendo all’Unical. L’incontro è stato introdotto da Antonella Valenti, direttrice del Corso di specializzazione per insegnanti di sostegno all’Università della Calabria, e da Rossana Adele Rossi, docente di Pedagogia delle relazioni di aiuto al Corso di formazione per insegnanti e di Pedagogia sociale al DiCES dell’ateneo. Al seminario è intervenuto anche Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’Antimafia all’Unical. La manifestazione è patrocinata dal progetto «Barbiana 2040», rete nazionale di scuole che attualizza la metodologia di don Lorenzo Milani e della Scuola di Barbiana, e dal dipartimento di Culture, Educazione e Società.

«Se Giulia avesse denunciato, probabilmente sarebbe stata ancora tra noi. Il rischio è non avere conoscenza della illiceità di quelle condotte. Gli insegnanti hanno una grandissima responsabilità perchè hanno un ruolo importante nel percorso di crescita». «Oggi - ha spiegato la professoressa Valenti - è possibile parlare di questi argomenti. Non è con i metodi repressivi che si può cambiare lo stato dell’arte attuale, ma si potrà fare con i metodi educativi. Da qui l’importanza della funzione dell’insegnante. Noi crediamo nei miracoli educativi. I comportamenti sono conseguenza di un cambiamento culturale. Alla scuola spetta il compito di fornire modelli educativi alternativi». «La violenza di genere maschile è una forma di barbaro assassinio - ha concluso il professore Costabile - ed è il rovescio della figura di Giuseppe. Se voi studiate il linguaggio maschile di questa terra vi renderete conto della violenza verbale».

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