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Tagli alla scuola, la rabbia dei sindaci del Cosentino: “Colpito il centrosinistra”

Franz Caruso guida la rivolta dei primi cittadini: «È stata minata la funzione sociale dell’istruzione». Paola tace, Castrovillari al Tar e Acri in piazza

La vita in Calabria è sempre stata una eterna salita in mezzo agli inciampi. Non è mai stato facile avere la garanzia di servizi essenziali come accade nell’altra Italia, quella che finisce ancora a Eboli. Disuguaglianze col resto del paese che hanno avuto come risultato la solitudine che spinge i più giovani a scappare lontano. E ciò che sopravvive allo spopolamento si ritrova col fiato corto. Colpa anche di diagrammi di speranza negativi che riflettono una vitalità quasi assente nel mondo della scuola del Mezzogiorno che sopravvive a fatica tra mille criticità. Qui, la povertà non è solo quella che emerge dalle periferie sociali più remote della regione, quella miseria con cui fanno i conti ogni giorno migliaia di famiglie. Qui nel Sud del Sud del paese, la povertà è anche quella educativa le cui vampate hanno marcato chiaramente le differenze con altri territori del paese. La Calabria è maglia nera nella graduatoria europea delle opportunità di istruzione-formazione. Un profilo allarmante che era già emerso nel 2021 dal Rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile in Italia), pubblicato dall’Istat. Verità che si incrociano con altre verità fornite dai test Invalsi. Qui si è registrato il più alto tasso di competenze alfabetiche non adeguate (limite evidenziato da ben 54 studenti su 100 delle scuole superiori). Ancora più drammatico il dato sulle competenze numeriche che non risultano all’altezza per 64 studenti su 100. Uno scenario che avrebbe meritato una scomposizione diversa della rete scolastica nazionale.

Il silenzio di Paola, l’ira di Acri

Il sindaco di Paola, Giovanni Politano (come riferisce il nostro Francesco Maria Storino) ha preferito non commentare la sintesi del secondo ciclo a Paola: una sola presidenza per tutte le scuole superiori. Chi, invece, esterna amarezza è il primo cittadino di Acri, Pino Capalbo (come riporta la nostra Rosanna Caravetta). Anche le scuole superiori della sua città avranno da settembre una sola dirigenza. E trattandosi di una città spalmata su frazioni, se non sarà un preside del posto avrà bisogno di un navigatore satellitare per muoversi quotidianamente da un istituto all’altro. Capalbo, non l’ha presa bene e sta valutando il ricorso al Tar: «Questa decisione è contro il diritto allo studio con conseguente riduzione dell’offerta didattica e perdita di posti di lavoro. Invito docenti, studenti e organizzazioni sindacali a scendere in piazza domani per una pacifica protesta. Ancora una volta vengono penalizzati, stranamente, i Comuni non amministrati dal centrodestra. Una comunità intera mortificata da una scelta politica scellerata. Con l’accorpamento ci saranno un totale di 1.316 alunni e, pertanto, avremo: 2 dirigenze in meno, 2 dsga in meno, 9 assistenti amministrativi in meno e 3 assistenti di laboratorio in meno. A partire dall’anno scolastico 2024-2025 inoltre, con la probabile graduatoria unica dei docenti divisa per classi di concorso, ci sarà una contrazione di ore per le cattedre e di conseguenza la perdita di cattedre in organico di diritto».

“Giallo” a Castrovillari

Nell’allegato B, tra le scuole che perderanno la dirigenza da settembre del prosismo anno c’è anche la Media di Castrovillari, una scuola diluita su due plessi, per un totale di 511 studenti, che verrà accorpata alla direzione didattica 1 di Castrovillari (insieme alla Dd 2). Ma la fusione non è riportata nell’atto deliberativo. Dunque, tecnicamente, non c’è stato alcun taglio dal momento che la giunta ha approvato un documento nel quale si legge “si ritiene opportuno recepire il Piano approvato dall’Amministrazione provinciale di Cosenza, apportando le modifiche riportate di seguito...” e tra le modifiche, appunto, non si fa riferimento alcuno alla scuola media di Castrovillari. Delibera da integrare? Probabilmente. Il sindaco, Mimmo Lo Polito, però (come riferisce il nostro Angelo Biscardi), si porta avanti: «La delibera del dimensionamento scolastico assunta dalla giunta regionale attenta al diritto allo studio dei nostri giovani soprattutto nella parte in cui crea un’unica autonomia scolastica per le scuole del primo ciclo che comprende 4 plessi di scuola dell’infanzia, 3 di scuola primaria, 2 di scuola media con una popolazione scolastica di circa 1.800 alunni. Una delibera, quella regionale, che disattende le proposte di Comune e Provincia, competenti in materia, senza dare motivazione alcuna; calpesta le stesse indicazioni della legge di bilancio 2023 articolo 1 comma 557; si pone in difformità rispetto alle stesse linee guida della Regione. In mancanza di una modifica in autotutela il Comune si vedrà costretto a rivolgersi al Tar».

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