Sono duecento, non sono tutti giovani, ma forti e determinati a ottenere quanto è nei loro diritti. A cominciare dal bonus della Carta del docente (500 euro l’anno da spendere in libri, teatro, cinema, formazione e altro legato al ruolo), sinora non garantito ai prof precari. La svolta è arrivata con la sentenza numero 29.961 della Cassazione il 27 ottobre. Ma è dall’aprile 2022 che la segreteria provinciale della Flc Cgil, col supporto del proprio ufficio legale, al pari delle altre sigle di categoria, sulla scorta di una autorevole pronuncia del Consiglio di Stato, ha lanciato una campagna vertenziale per il riconoscimento del beneficio della Carta docente al personale docente precario.
Tutele collettive e individuali In meno di un anno e mezzo sono state oltre duecento le adesioni, collettive e individuali, alla vertenza mirata a superare «l’ennesima ingiusta discriminazione in danno dei precari», commenta il leader della Flc Cgil Francesco Piro, il quale sottolinea che l’istanza si è scontrata con esiti giudiziari eterogenei nei vari tribunali della provincia. Ma il recente intervento della Suprema Corte ha consentito di superare il divario esistente nel riconoscimento delle annualità di Carta docente che venivano sancite dai diversi giudici del lavoro del territorio cosentino.
Si recupera il passato Tra l’altro la Cassazione ha stabilito che «la Carta docente, istituita dalla legge 107/2015 in favore dei docenti di ruolo e riconosciuta dal legislatore per il 2023 ai docenti con incarico fino al 3 agosto, dev’essere estesa ai periodi pregressi di supplenza nei limiti della prescrizione quinquennale e dev’essere riconosciuta a tutti i docenti precari inseriti nelle graduatorie, a prescindere dalla attualità del servizio».
«Le decisioni del Tribunale di Cosenza, anteriori alla richiamata pronuncia della Cassazione, insieme a quelle di alcuni altri tribunali nazionali – spiega Piro – evidenziavano un’interpretazione restrittiva del diritto al beneficio della Card docente, individuando cioè un termine di 12 o 24 mesi che sarebbe stato utile per i docenti interessati a richiedere il bonus. Un’interpretazione che risultava mortificante del diritto alla formazione del personale precario e quindi destinata a rendere vane le sentenze sopravvenute, indipendentemente dalla volontà dell’interessato».
Invece a ottobre gli ermellini hanno riconosciuto il diritto a tutti i supplenti titolari di contratti al 30 giugno o 31 agosto, nei limiti della prescrizione quinquennale ed a condizione della permanenza nel sistema scolastico delle graduatorie, indipendentemente dalla effettiva prestazione del servizio al momento della decisione giudiziale. «A tale sentenza si è adeguato anche il Tribunale di Cosenza – sigilla Francesco Piro – con grande soddisfazione dei precari che hanno finalmente ottenuto giustizia piena anche nel foro del capoluogo bruzio».
Cosenza, la Cassazione detta la linea: bonus in arrivo per 200 prof
Cresce il numero dei precari che chiedono il pagamento. Piro (Flc Cgil): il tribunale cittadino s’è adeguato
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