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Cosenza, scuole salve ma senza il dirigente

Oggi la Provincia indicherà i due istituti che eviteranno l’accorpamento per un solo anno (Acri e Castrovillari restano favoriti). Il “Milleproroghe” restituisce l’autonomia ma non consente di ampliare gli organici. Assalone (Usb): «Una decisione che non porta vantaggi sotto il profilo occupazionale»

Il 2023 è tramontato su un Sud del Sud dell’Italia che continua a svuotarsi per effetto dell’inverno demografico. Una terra abbandonata al suo destino con interi paesi dimenticati, condannati allo spopolamento, accartocciati su se stessi, senza più speranza. E la Calabria rappresenta la cattiva coscienza dei governi che, in questi anni, si sono sempre smarcati davanti alla disperazione di un popolo. Il punto più acuto del declino sociale ed economico di questa terra è rappresentato dalla politica del governo centrale che nel periodo 2013-2023 ha rimodulato la spesa pubblica puntando sugli investimenti militari (+30%) e risparmiando sui servizi essenziali come la sanità (+11%), l’ambiente (+6%) e l’istruzione (+3%), secondo il rapporto “Arming Europe” di Greenpeace. Scelte che hanno fatto scivolare i servizi essenziali del Mezzogiorno in una emergenza senza fine. E la necessità di ridimensionare la scuola è l’ultima picconata all’architrave sociale.

La revisione della rete dell’istruzione rientra nelle misure che l’Unione europea ha messo sul piatto dei fondi del Pnrr. Una scelta strategica che prevede tagli alla spesa utilizzando come sempre il salvadanaio della Pubblica amministrazione. In tutta la Calabria sono 79 le scuole che perderanno l’autonomia, nella provincia ne spariranno 29 già dal prossimo anno. Tagli dolorosi nonostante, l’apparente mitigazione delle sforbiciate secondo lo schema del “Milleproroghe”. La Regione è autorizzata a rivedere le soppressioni di autonomie in misura non superiore al 2,5% del numero delle scuole previste. Naturalmente, a costo zero. Non ci saranno nomine di presidi o di segretari, le scuole saranno scorporate per un solo anno scolastico e andranno a reggenza. Probabilmente (ma non è ancora chiaro) saranno i dirigenti accorpanti a reggere l’autonomia a tempo.

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