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Attacco sferrato contro le aziende di Cosenza

Si ripetono le intimidazioni in danno degli imprenditori e Unindustria Calabria scende in campo

Aldo Ferrara

Imprenditori sotto attacco. La nostra provincia sta subendo l’offensiva della criminalità organizzata che, dopo i durissimi colpi ricevuti da magistratura e forze dell’ordine, cerca di rimpinguare le proprie casse intimidendo i titolari di imprese e aziende con l’obiettivo di ottenere il pagamento del “pizzo”.
Gli attentati compiuti in danno del costruttore Giovanni Termine che ha subito incursioni nel proprio cantiere di Amantea, con minacce e pestaggi agli operai e l’incendio dell’auto di vigilanza, e numerosi colpi di pistola esplosi contro le imposte della propria abitazione, Confindusrtria Cosenza aveva convocato, a dicembre, un’assemblea per esprimere solidarietà, denunciare pubblicamente quanto accaduto e sollecitare un incontro (poi avvenuto) tra l’imprenditore e il prefetto Vittoria Ciaramella.
Nei giorni scorsi, invece, nel mirino degli intimidatori è finito il gruppo imprenditoriale “Citrigno” impegnato da anni nel settore della imprenditoria sanitaria privata. Davanti all’ingresso del Centro diagnostico di Castrolibero di proprietà del Gruppo, sono stati lasciati una bottiglia con liquido infiammabile, un accendino e quattro proiettili. E, questa volta, considerata l’escalation d’intimidazioni - che ha coinvolto complessivamente anche operatori dell’area tirrenica della provincia - intervengono i cinque presidenti delle associazioni confindustriali della regione. Si tratta del presidente di Unindustria Calabria e Confindustria Catanzaro, Aldo Ferrara, e di Giovan Battista Perciaccante (Cosenza), Domenico Vecchio (Reggio Calabria), Rocco Colacchio (Vibo Valentia) e Mario Spanò (Crotone). I dirigenti delle sedi territoriali di Confindustria esprimono «piena solidarietà all’imprenditore Alfredo Citrigno, responsabile del comparto Sanità di Unindustria Calabria, per il grave atto intimidatorio subito presso una delle strutture del Gruppo. Nella certezza che la violenta minaccia non abbia in alcun modo scalfito la determinazione dell’imprenditore e la sua volontà di proseguire il proprio lavoro in Calabria, ci rincresce dover prendere atto ancora una volta di come, negli ultimi mesi, sia tornato a farsi evidente il tentativo di condizionare la libera attività imprenditoriale e quindi lo sviluppo socio-economico della Calabria da parte della criminalità».

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