«Su Amaco è giunto il momento di essere diretti. La continuità aziendale si sta dimostrando una sorta di “accanimento terapeutico” su inermi lavoratori ai quali, invece, va assicurato un futuro certo e sereno». Sono decisi nella loro nota Francesco Bruno e Francesco Antonio Sibio delle segreterie provinciale e regionale della Faisa Cisal.
«La disdetta dell’accordo integrativo aziendale comunicata dal curatore fallimentare - che di per sé è legittima - non può tradursi in un’azione sbilanciata in favore della sola Impresa - continuano i due sindacalisti della Faisa Cisal - la quale continua a chiedere ai conducenti di espletare attività accessorie non contemplate dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Per questo ci siamo preoccupati di scrivere al curatore fallimentare, informandolo che dal 5 febbraio, in assenza di garanzie sul riconoscimento delle indennità dovute al personale per le prestazioni accessorie, non saranno più assicurate».
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