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Terrore in carcere, mini rivolta a Corigliano Rossano: materassi in fiamme e tre agenti al pronto soccorso

Tornano d’attualità i temi della sicurezza e della carenza di personale. Per ragioni non ancora chiare, detenuti della sezione di media sicurezza hanno dato fuoco ad alcuni materassi

Ritorna con forza il tema della sicurezza all’interno del carcere di Corigliano Rossano. Questa volta si è dovuto far fronte a una mini rivolta dei detenuti sedata pure in questo caso dal tempestivo intervento degli agenti di polizia penitenziaria. Le conseguenze dell’azione messa in campo dai detenuti potevano essere ben peggiori.
A quanto si è appreso nel tardo pomeriggio di domenica, nella sezione di media sicurezza alcuni detenuti, per motivi del tutto sconosciuti, hanno dato fuoco all’interno delle loro celle ad alcuni materassi. In pochi minuti, oltre alle fiamme, si è sprigionato un denso e acre fumo nero. Gli agenti della penitenziaria sono quindi intervenuti sia per spegnere le fiamme sia per mettere in sicurezza gli stessi detenuti. Nell’attività di messa in sicurezza di luoghi e uomini inevitabilmente sono rimasti investiti dal fumo. Tre agenti hanno avuto bisogno delle cure del personale medico in servizio a quell’ora nel penitenziario e successivamente per gli stessi è stato necessario pure l’intervento del pronto soccorso dell’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano.
Sull’accaduto si registra nuovamente il puntuale intervento del sindacato del Sappe. «Grazie all’immediato intervento della Polizia Penitenziaria – ha affermato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria – si è evitato il peggio». «Il personale intervenuto – ha rimarcato il sindacalista – ha dovuto fare ricorso alle cure mediche, ma subito dopo è rientrato in servizio, anche per le note carenze di organico esistenti nell’istituto rossanese. In ogni caso, per i colleghi, non ci sono state conseguenze che richiedevano cure particolari». Sta di fatto che quanto avvenuto riapre la questione sicurezza all’interno del carcere, nel quale nell’ultimo anno si è assistito ad una escalation di episodi violenti che, quasi sempre, hanno coinvolto gli agenti della polizia penitenziaria (e non solo). Questi sono dovuti anche intervenire per salvare un detenuto che ha tentato il suicidio lo scorso mese di dicembre, mentre permane il problema dei detenuti affetti da problemi mentali che spesso sfogano il loro disagio sia verso se stessi sia verso il personale. Peraltro, lo scorso mese di settembre si sono avute tre aggressioni ad agenti nel giro di 48 ore, mentre in una occasione un agente ha dovuto sottoporsi ad una operazione chirurgica al braccio dopo aver riportato una frattura nella colluttazione con un detenuto andato in escandescenza.

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