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Cosenza, il fotografo deceduto in ospedale. I familiari: "La morte di nostro padre poteva essere evitata"

Raccontate le criticità riscontrate nel nosocomio

«Una morte che si poteva evitare». È quanto sostiene la famiglia di Gianpiero Salimbeni, un 50enne fotografo spirato all’Annunziata nella tarda mattinata dello scorso 8 gennaio. Una morte che ha sconvolto la moglie Assunta Altomare e le figlie Francesca e Giulia. È stata presentata una formale denuncia agli organi competenti ed è in corso l’indagine deel medico legale perché si faccia chiarezza sull’episodio. Proprio una delle figlie ha raccontato al nostro giornale cosa avvenne giorno 8 nel nosocomio cittadino.
«L’8 gennaio, alle ore 12,41, mio padre ha cessato di vivere a causa di un aneurisma», scrive in una lettera Francesca Salimbeni, «era arrivato in ospedale con un’ambulanza del 118 alle ore 10,33 per un forte dolore toracico sopraggiunto mentre si trovava a Sibari per un servizio fotografico. Una dottoressa decise di fare una Tac che durò più di una mezz’ora. Alle ore 11,21 la stessa dottoressa chiamò un medico del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale di Catanzaro. Ma solo alle 11,32 decise di chiamare l’elisoccorso che a causa del maltempo (evidente già dalla sera prima) non potè muoversi».

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