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L’agguato di Cetraro, Cataldo forse ucciso da un killer in trasferta

L’uomo giustiziato dalle cosche. Già in passato le ’ndrine hanno utilizzato sicari di altre consorterie

Il killer di Alessandro Cataldo potrebbe essere un forestiero. Un professionista arrivato da fuori. Non sarebbe la prima volta che un omicidio venga firmato da un sicario in trasferta. La ’ndrangheta si rivolge spesso oltre confine per rimettere le cose a posto sul suo territorio. È accaduto nelle guerre di mafia che soggetti estranei alla cosche siano stati utilizzati per far fuori i rivali dei clan contrapposti. Ma è anche accaduto in contesti diversi che a finire assassinati fossero innocenti o gente ritenuta scomoda. Uomini fatti sparire o ammazzati di cui ancora oggi non si conoscono né i killer né i mandanti. Del resto, a Cetraro tutti sanno ma nessuno ha mai occhi per vedere o orecchie per sentire. Giannino Losardo, il segretario del Pci di Cetraro e funzionario della Procura di Paola, prima di morire disse: «Tutta Cetraro sa chi mi ha sparato». Il clima recente tra attentati incendiari e omicidi riporta inevitabilmente la mente agli anni ’80.

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