Si è svolta oggi in Kosovo, a Camp Villaggio Italia, la cerimonia di avvicendamento al comando del Regional Command – West (RC-W) della missione NATO – KFOR tra l'11° Reggimento bersaglieri della Brigata “Ariete” che rientra in Patria e il 1° Reggimento bersaglieri della Brigata “Garibaldi”. Alla cerimonia erano presenti numerose autorità civili e militari, fra le quali il Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, il Comandante di KFOR Major General Özkan Ulutaş, il Vice Comandante di KFOR Generale di Brigata Federico Bernacca, l’Ambasciatore d’Italia in Kosovo, Antonello De Riu.
Il simbolico passaggio della bandiera NATO tra il Colonnello Gabriele Vacca, cedente, e il parigrado Francesco Ferrara ha sancito il cambio alla guida del RC-W, unità multinazionale composta in prevalenza da militari italiani.
Il Generale Figliuolo, nel portare al contingente nazionale i saluti del Ministro della Difesa Guido Crosetto e del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha espresso parole di apprezzamento per i risultati conseguiti nel corso di una missione che è stata condotta in una realtà complessa quale quella balcanica, particolarmente nota al Generale Figliuolo, che è stato Comandante delle forze NATO in Kosovo tra il 2014 e il 2015.
"In questi sei mesi di missione avete dimostrato coraggio, tenacia e senso di umanità. Siete stati un baluardo a difesa dei valori di libertà e di rispetto dei diritti umani. Vi siete fatti apprezzare per il dialogo continuo e costruttivo con i rappresentanti della vita pubblica di questo Paese, che è ancora attraversato da tensioni interetniche mai del tutto sopite”, ha detto il Generale Figliuolo. Poi, rivolgendosi al contingente subentrante, ha aggiunto: “Giustizia, rispetto dello stato di diritto e della dignità delle persone, di qualunque etnia o religione esse siano. Questi devono essere i valori che dovranno ispirare il vostro agire quotidiano nei prossimi sei mesi. Voi bersaglieri di Cosenza siete gli eredi di quel 18° Reggimento che nel 1999, insieme ad altri Reparti dell’Esercito Italiano, fecero ingresso proprio in questo Paese, per porre fine alle atrocità commesse nel corso della guerra. Buona fortuna!”
Quello appena concluso è stato un semestre che ha visto i circa 1.400 militari italiani presenti in Kosovo impegnati in molteplici attività operative, addestrative, di collegamento con le istituzioni locali e di cooperazione civile-militare a sostegno delle istituzioni e della popolazione.
Molte le attività di pattugliamento condotte nell’intera area di operazione, in particolare nella zona di confine amministrativo tra il Kosovo e la Serbia; numerose anche le esercitazioni condotte, tra le quali la Western Rumble e la Golden Sabre, che si sono svolte in autunno, oltre a un addestramento continuo volto a mantenere elevati standard di prontezza operativa.
A queste, si vanno a sommare i frequenti progetti di cooperazione civile-militare, con donazioni di materiali sanitari, didattici e tecnologici a favore di ospedali, istituti scolastici, associazioni non governative e istituzioni locali, condotti sia con fondi italiani sia con quelli erogati dalla missione KFOR, volti a implementare il livello di efficienza dei servizi messi a disposizione della popolazione.
Di assoluta importanza, sono stati inoltre i frequenti incontri con i Sindaci delle 15 municipalità del Kosovo occidentale e con gli altri rappresentanti delle istituzioni politiche, civili e religiose locali, nell’ambito di tavoli comuni di discussione sui temi della cooperazione e del futuro dei giovani.
La visita del Generale Figliuolo alle unità militari schierate nei Balcani occidentali rientra nell’azione di coordinamento e di direzione che il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) esercita sulle attività svolte dai contingenti delle Forze Armate italiane schierati all’estero.
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