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Autonomia differenziata, la presidente Succurro è chiara: “Servono investimenti per il Sud”

Rosaria Succurro

Rosaria Succurro guida l’Anci in Calabria, è presidente della Provincia di Cosenza e sindaco di San Giovanni in Fiore. Esponente di Forza Italia non mostra pregiudizi rispetto all’autonomia differenziata ma pone alcuni interrogativi sulla riforma votata già dal Senato. La sua posizione sembra perfettamente in linea con quella del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, che ha ufficialmente richiesto garanzie in ordine all’impiego di adeguate risorse per far fronte al gap tra le regioni meridionali e quelle del settentrione destinato inevitabilmente a crearsi in molti settori. L’acronimo “magico” è “Lep” : Livelli essenziali delle prestazioni. Occorrerà uno sforzo indispensabile per garantirli, altrimenti il Paese andrà a due velocità. Alla presidente Succurro abbiamo posto alcune domande.

Quanto la preoccupa l’autonomia differenziata?

«L’autonomia differenziata è un’opzione, già prevista dalla Carta costituzionale, che chiama in causa la nostra responsabilità davanti agli elettori e ai cittadini, alle comunità e alle imprese del territorio. Perciò, nel dibattito sull’argomento dobbiamo essere attenti, vigili e cauti. In quanto all’attuazione concreta dell’Autonomia, dobbiamo difendere sempre gli interessi delle nostre comunità locali.
L’autonomia differenziata può essere un’opportunità di crescita per il nostro territorio. Ma, voglio essere chiara sin da subito, soltanto a patto che siano garantiti i Livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti “Lep”. Infatti, con questa misura di riequilibrio, tutte le regioni hanno modo di partire alla pari e poi ciascuna, se ha un governo più capace o meno, può raggiungere risultati significativi oppure non beneficiare dell’ampliamento della potestà legislativa. Siamo consapevoli, a prescindere dall’autonomia differenziata, che dobbiamo cambiare mentalità e passo, che dobbiamo rimboccarci le maniche e puntare sulle nostre risorse di natura, cultura e inventiva, anche per via dei cambiamenti nell’organizzazione del lavoro che la pandemia da Covid-19 ha determinato. Già adesso, la Calabria sta vivendo un momento di trasformazione, accompagnato da una consapevolezza diffusa delle nostre potenzialità attrattive ed economiche.
In linea generale, ognuno è artefice del proprio destino, quindi non è giusto piangerci addosso. Ricordo che la nostra Regione, come altre del Sud in condizioni deficitarie, ha potuto contare su una mole di fondi europei per uscire dalla marginalità. Se la Calabria, fino a qualche anno fa, è stata considerata l’ultima Regione d’Europa, questo non è stato per colpa dell’autonomia differenziata, che non c’era, ma per causa di una classe dirigente dimostratasi non adeguata alla rimonta economica e sociale.
In conclusione, l’autonomia differenziata può essere vista positivamente se vengono individuati e finanziati i Lep. Viceversa, se non dovessero essere cristallizzati i Livelli essenziali delle prestazioni, che si traducono in circa 7-8 miliardi di euro all’anno per la nostra Regione, io la vedo con grande preoccupazione e quindi non posso che schierarmi contro».

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