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Cade nella darsena e rischia d’annegare: diportista salvo per miracolo a Sibari

I vigilantes e uno storico marinaio dei Laghi di Sibari salvano un diportista finito accidentalmente in mare. È successo tutto nei giorni scorsi: un errore di valutazione, forse un attimo di distrazione, e l’ignaro navigatore Andrea Capitolino finisce in acqua nelle darsene del complesso nautico sibarita. I vestiti inzuppati lo trascinano verso il fondo, l’oscurità che impedisce di vedere bene (l’episodio è successo subito dopo il calar del sole), il freddo che paralizza, rendono impossibile risalire sull’imbarcazione.
Anche raggiungere la riva diventa impresa ardua. Il giovane, impaurito e disorientato, si dimena.
A fatica riesce a rimanere a galla. Chiede aiuto, ma nessuno sente. Nessuno, tranne una pattuglia di vigilantes in servizio di ronda. Quintino Maletta e Luigi Selvaggi si accorgono dell’uomo. Allertano i soccorsi, ma capiscono che ogni minuto che passa potrebbe essere fatale: Capitolino e già assalito da un principio di ipotermia. Nell’impossibilita di raggiungerlo, in attesa dei soccorsi, i due vigilantes urlano all’indirizzo dell’uomo con la speranza che resti sveglio e cosciente, mentre uno dei due si da fare per cercare aiuto.
Passano venti minuti terribili e la tragedia sembra servita. Soprattutto nell’impotenza e nell’impossibilità di prestare aiuto. Ma la provvidenza, stavolta, veste i panni del marinaio. Una pilotina fende le ombre della sera: a bordo c’è Pasquale Oliviero, memoria e cuore del centro nautico. Si avvicina al naufrago, lo carica sulla barca e fa rotta verso il pontile, vicino eppure mai cosi lontano.
I vigilantes, nel frattempo, raggiunti dal coordinatore della Vigilanza di AssoLaghi, Michele Alimena, si prendono cura del malcapitato navigante. Lo accompagnano negli uffici, gli forniscono coperte e bevande calde, lo assistono fino alla scomparsa dei tremori ed al lento ritorno alla normalità.

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