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Cosenza, per l’ex poliziotto Maurizio Abate resta in piedi la pista dello spaccio di droga

L'ex poliziotto Maurizio Mirko Abate

L’ex poliziotto Maurizio Abate, imputato e assolto dall’accusa di aver ucciso, mediante soffocamento, la ventiduenne di Rose Lisa Gabriele, è stato condannato a cinque anni di reclusione per spaccio di droga. Nell’ambito delle indagini condotte per tentare di fare luce sull’assassinio della ragazza, ritrovata cadavere in un boschetto alla periferia di Montalto Uffuco la mattina di domenica 9 gennaio del 2005, Abate venne sorttoposto a intercettazioni telefoniche.
Attraverso l’ascolto dei colloqui ascoltati dagli investigatori emerse che l’ex esponente delle forze dell’ordine, già in servizio in Questura, spacciava sostanza stupefacente. La circostanza, secondo il Gup bruzio che lo ha giudicato con rito abbreviato, sarebbe stata pienamente riscontrata dagli investigatori. Lo stesso Gup, accogliendo le richieste dei difensori di Abate, gli avvocati Marco Facciolla e Francesco Muscatello, ha invece assolto dalla imputazione più grave l’ex poliziotto.
L’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dal pm Antonio Tridico non è riuscita a far luce sulla morte della Gabriele che sarebbe stata uccisa - questi i risultati degli accertamenti - in un luogo diverso da quello nel quale venne ritrovato il cadavere. La ventiduenne fu soffocata probabilmente con un cuscino all’interno di un’abitazione che però non è mai stata individuata. Per mascherare il delitto e depistare gli investigatori venne subito dopo inscenato un suicidio abbandonando il corpo nel boschetto e ponendogli accanto una bottiglia di superalcolico sulla quale non erano tuttavia presenti impronte digitali. Non solo: nella’uto della vittima, una Fiat 500, furono lasciate delle scatole contenenti medicinali destinati alla cura della depressione.

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