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Stipendi e bonus negati, a Cosenza l’universo scuola protesta

Vertenze aperte per docenti e personale Ata precari. Restano penalizzati anzitutto i supplenti brevi

Inverno bollente per il mondo della scuola, non solo per concorsi e primi bilanci del numero di prof e ata avviati alla pensione dal prossimo settembre.
A metà gennaio sono arrivate buone notizie per gli stipendi dei docenti titolari di supplenze brevi che aspettavano il dovuto da mesi, ma la situazione è tutt’altro che risolta. Sono molte altre le vertenze che restano sul tappeto impegnando in prima fila le organizzazioni sindacali, a cominciare dalle più rappresentative. La segreteria provinciale della Flc Cgil ha organizzato per venerdì un webinar dedicato alle questioni più attuali e sentite dell’universo scuola, anche nel Cosentino.
In primo piano c’è proprio il mancato pagamento degli stipendi al personale con contratto di supplenza breve e temporanea che ormai da tempo lavora nelle scuole senza ricevere alcun compenso, in alcuni casi anche da mesi e comunque con grossi ritardi che mettono in ginocchio le famiglie. Tante. Una situazione che si ripresenta puntualmente da vari anni.
«È l'ora di reagire!», denuncia il segretario provinciale della Flc Cgil Francesco Piro, aggiungendo che il confronto con prof e altri dipendenti scolastici di venerdì si occuperà pure della mancata corresponsione della Retribuzione professionale docenti (Rpd) e del Compenso individuale accessorio (Cia) a docenti e Ata assunti a tempo determinato.
«È una nostra battaglia storica», insiste Piro, aggiungendo come Rpd e Cia «devono essere corrisposti anche al personale con supplenze brevi e saltuarie e adesso lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione che conferma il principio, da sempre sostenuto dalla Flc Cgil, della piena equiparazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato. Stesso lavoro stesso salario!».
Occhio a bonus e carriera Altra vertenza chiave è il riconoscimento del bonus (500 euro) legato alla Carta docente pure al personale docente a tempo determinato.
Quindi il ricorso legato alla ricostruzione di carriera per ottenere tanto il diritto al riconoscimento del servizio pre ruolo per intero ai fini della ricostruzione di carriera (rivolto a tutto il personale scolastico), quanto il diritto al mantenimento del gradone 3-8 (per tutto il personale docente, educativo e ata) a tempo indeterminato delle scuole di ogni ordine e grado, che abbia iniziato a lavorare alle dipendenze del ministero dell’Istruzione in forza di una successione di contratti a tempo determinato (almeno 180 giorni per anno scolastico), prima del 1° settembre 2011 e che, alla data di stipula dell’accordo sindacale del 19 luglio 2011, avesse già lavorato un anno).
I sindacati chiedono per i precari il diritto a tre giorni di permesso retribuito. Per i docenti, in particolare, il riconoscimento della formazione quale attività di servizio, per gli Ata la revisione dell’ordinamento professionale.

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