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Castrovillari, uccise la mamma a coltellate. Paolo Emilio Sisci incapace di intendere e di volere

Difetto di imputabilità. La Corte d’Assise di Cosenza, presieduta dal Consigliere Paolo Lucente, con a latere il Cons. De Vuono ed il pubblico ministero Valentina Draetta, ha pronunciato sentenza sull’omicidio della signora Filomena Silvestri

Difetto di imputabilità. La Corte d’Assise di Cosenza, presieduta dal Consigliere Paolo Lucente, con a latere il Cons. De Vuono ed il pubblico ministero Valentina Draetta, ha pronunciato sentenza sull’omicidio della signora Filomena Silvestri, soppressa in un palazzo di Via Reginaldo Pellegrini dal figlio Paolo Emilio Sisci.

La Corte ha accolto le tesi dell’avvocato difensore Roberto Laghi, il quale ha evidenziato l’assoluta incapacità di intendere e di volere, al momento dell’atto, del proprio assistito. I fatti risalgono al maggio del 2022, vale a dire nel momento in cui si consumò un matricidio terribilmente efferato: ben trentadue coltellate inferte al mattino alla povera donna che, dopo pochi istanti, rimase senza vita. L’omicidio generò grande scalpore in tutto il territorio del Pollino e della Sibaritide, in quanto Paolo Emilio Sisci appartiene ad una famiglia molto nota nel territorio. Nel corso delle fasi successive al fatto di sangue – si ricorderà - la vicenda venne gestita a colpi di numerosi accertamenti tecnici, da un lato l’accertamento cadaverico e la perizia autoptica disposta dal PM, quindi l’accertamento sulle capacità di intendere e di volere. La difesa dell’imputato ha sempre insistito per la situazione di totale incapacità di intendere e di volere e, tale tesi, comprovata dalle perizie, ha consentito al Sisci di essere assolto da un delitto tanto orrendo, addirittura punibile con la pena dell’ergastolo.

Peraltro, il prof. De Pasquali nella sua perizia ha evidenziato che, con opportuna terapia farmacologica e psicologica, la pericolosità sociale del giovane potrà essere tenuta assolutamente sotto controllo, tant’è che lo stesso non avrebbe alcuna necessità di soggiornare in una REMS. L’avv. Roberto Laghi ha manifestato la sua soddisfazione per la sentenza, evidenziando: «la tragedia che ha sconvolto l’intero territorio è stata causata da uno stato patologico. Sisci è un malato che dev’essere curato, piuttosto che punito, è la prima vittima della sua patologia. Esistono tutte le condizioni affinché Sisci possa tornare presto libero, sottoposto periodicamente a controlli da parte delle strutture presenti sul territorio». In aula, il padre che, unitamente alla sorella, è stato sempre vicino al giovane, non ha nascosto momenti di commozione e così anche l’imputato che è esploso in un pianto liberatorio.

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